New York (New York, Usa), 26 set. (LaPresse) – Continuano, in prossimità della sede delle Nazioni Unite, le proteste contro Mahmoud Ahmadinejad, controllate da una massiccia presenza di polizia e transenne. “Ahmadinejad rappresenta il terrorismo, il fondamentalismo, l’oppressione. Il mondo deve prendere questa situazione sul serio perché l’Iran ha molti alleati nel mondo. L’Iran è responsabile di ciò che è accaduto in Libia, ad esempio: attraverso i propri alleati, l’Iran fomenta il terrorismo nel mondo e tiene la gente nella paura. E’ ora che il mondo comprenda questo e si schieri con la gente iraniana, non con il regime”, ha detto a LaPresse Shirin Nariman, portavoce del movimento di protesta, che appoggia la leader moderata Maryam Rajavi.

“La quantità di persone rinchiuse in prigione, gli omicidi, le esecuzioni, la soppressione mostrano che la gente sta provando a lottare contro il regime in Iran ed è pesantemente oppressa. La risposta del governo è brutale. La gente chiede cambiamento e noi proviamo ad essere la loro voce fuori dall’Iran, nel mondo”, ha aggiunto Nariman, che è stata prigioniera politica per due anni in Iran.

Nel suo discorso davanti all’assemblea generale, il presidente iraniano ha detto che gli Stati Uniti e l’Unione europea si sono “alleati col diavolo”. La sala dall’assemblea non era piena durante l’intervento del leader. Le delegazioni degli Stati Uniti e di Israele hanno boicottato il discorso di Ahmadinejad per protestare contro le convinzioni e la posizione anti-Israele che il presidente iraniano ha continuato a ribadire durante numerose interviste con i media americani questa settimana. La partecipazione del leader iraniano all’Assemblea generale ha creato un numero ancora maggiore di polemiche perché il presidente, oltre a non rappresentare la volontà di gran parte del suo Paese, ha parlato a New York proprio nel giorno dello Yom Kippur, giornata sacra per gli ebrei.

Nel suo intervento, Ahmadinejad ha ribadito la necessità di un “nuovo ordine” e ha detto che permettere a cinque paesi di avere il potere di veto all’Onu è inaccettabile. Il presidente iraniano non ha parlato del programma nucleare del suo paese. Un gruppo bipartisan di 14 deputati americani aveva tentato lunedì di evitare che Ahmadinejad parlasse all’Onu, presentando una risoluzione in cui chiedeva al presente Obama di fare pressioni sulla Nazioni unite per cancellare o spostare l’intervento del leader iraniano, ritenuto “offensivo e di scarsa sensibilità” in un giorno come lo Yom Kippur. Il tentativo è fallito.

Il movimento anti-Ahmadinejad, che ha continuato le proteste tutta la giornata, chiede l’espulsione del leader dall’Onu, alla luce del suo mancato rispetto dei diritti umani fondamentali. Secondo i dimostranti, il posto alle Nazioni unite spetta a un leader che rappresenti davvero il popolo dell’Iran e non a un dittatore. I volantini distribuiti ed i cartelloni descrivono l’attuale presidente iraniano come “il capo della mafia finanziaria” iraniana. “Il posto alle Nazioni Unite in rappresentanza dell’Iran non spetta ad Ahmadinejad. Il messaggio è chiaro, è la gente dell’Iran che sta parlando. Migliaia di persone sono accorse per questa protesta per esprimere ciò che il nostro popolo vuole: un cambiamento di regime” ha concluso Nariman.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: ,