Tbilisi (Georgia), 27 mag. (LaPresse/AP) – Almeno 40mila persone hanno affollato le strade di Tbilisi, capitale della Georgia, per protestare contro il presidente Mikhail Saakashvili, in una manifestazione promossa dall’uomo d’affari miliardario Bidzina Ivanishvili. Ad aprire il corteo, il maggiore del Paese negli ultimi tre anni, è stato l’ex difensore del Milan ed ex capitano della nazionale Kakha Kaladze, che ha lasciato il calcio proprio per unirsi all’iniziativa politica di Ivanishvili. Il corteo, chiuso invece da una performance del figlio maggiore del miliardario, Bera, musicista rap, era considerato da molti un test del sostegno pubblico all’opposizione, in vista delle elezioni parlamentari che si terranno a ottobre.

Ivanishvili ha fatto il suo ingresso in politica la scorso ottobre, annunciando di aver formato un nuovo partito politico, Sogno georgiano, con l’intento di vincere le elezioni e diventare primo ministro. Il secondo (e ultimo) mandato presidenziale di Saakashvili finirà a gennaio 2013 e i suoi piani per il futuro rimangono incerti. Non ha escluso tuttavia di puntare all’incarico di primo ministro.

Durante la manifestazione, i partecipanti hanno scritto i proprio sogni su fogli di carta che hanno poi raccolto in sacchi timbrati con il nome del partito di Ivanishvili. “Il mio sogno – ha detto il miliardario alla folla – è sempre stato avere una Georgia forte e unita, dove la gente viva in modo libero e sia ripagata per quel che vale. Ho atteso che la Georgia diventasse forte e unita, ma il periodo di transizione dopo la conquista dell’indipendenza è andato per le lunghe e ho deciso di iniziare a combattere contro questo regime”.

La Georgia ha ottenuto l’indipendenza dopo il collasso dell’Unione Sovietica nel 1991 e ha iniziato ad avvicinarsi all’Occidente quando Saakashvili è diventato presidente nel gennaio 2004. A lui sono attribuite alcune riforme politiche ed economiche, ma anche la responsabilità di aver trascinato il Paese in una disastrosa guerra contro la Russia nel 2008, per le questioni dell’Ossezia del sud e dell’Abcasia. Nel 2009, grandi manifestazioni dell’opposizione chiesero le sue dimissioni, ma le forti divisioni e l’incapacità di coordinamento hanno portato la protesta a spegnersi. Ivanishvili ha formato una coalizione con alcuni partiti di opposizione, ma si è rifiutato di collaborare con altri, tra cui quello guidato da Nino Burdzhanadze.

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