Manama (Bahrain), 18 mag. (LaPresse/AP) – Al grido di ‘il Bahrain non è in vendita’, decine di migliaia di manifestanti hanno preso parte a una protesta per le strade della capitale Manama, per contestare la proposta di una maggiore unità fra il Paese e la vicina Arabia Saudita. Un giornalista di Associated Press riferisce che il corteo è lungo circa cinque chilometri. Non ci sono per ora notizie di violenze, ma l’enorme riscontro di partecipazione esprime la forte contrarietà del popolo alle proposte di unire i processi decisionali di Bahrain e Arabia Saudita. Questa settimana i leader del Golfo avevano rimandato le decisioni in merito. A guidare le proteste sono gli sciiti, in maggioranza nel Paese governato da una monarchia sunnita, secondo la quale a incoraggiare la rivolta sarebbe l’Iran.

E proprio a Teheran oggi si è tenuta una marcia, contro il proposto patto di unità politica fra Bahrain e Arabia Saudita. Il leader della protesta, il religioso Kazem Sedighi, ha definito l’accordo una “cospirazione inquietante”, mirata “all’annessione” dal Bahrain da parte dell’Arabia Saudita, il principale rivale regionale dell’Iran. “Il Bahrain e le nazioni regionali, così come il mondo musulmano e l’Iran, non accetteranno mai la cospirazione”, ha aggiunto Sedighi.

La tv di Stato iraniana riferisce che nel Paese si sono svolte altre manifestazioni simili in varie città, a cui hanno partecipato migliaia di cittadini. Molti nazionalisti e conservatori della linea dura in Iran considerano il piccolo Paese, ex colonia britannica indipendente dal 1971, parte del territorio nazionale, situazione precedente alla colonizzazione. Fino alla caduta dello scià Mohammad Reza Pahlavi, nel 1979, il Parlamento iraniano teneva due posti vuoti per i rappresentanti della “provincia del Bahrain”.

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