Brasilia (Brasile), 24 feb. (LaPresse/AP) – Il senatore Joao Ribeiro sarà processato dalla Corte suprema brasiliana con l’accusa di aver ridotto in schiavitù 35 lavoratori in un suo ranch nello Stato del Parà. La Corte lo ha fatto sapere sul proprio sito web, riferendo che le accuse sono state depositate dalla procura generale federale, ma senza tuttavia fissare una data per la prima udienza. In quanto senatore, Ribeiro può essere processato soltanto dalla Corte suprema. Nel 2004, gli ispettori del ministero del Lavoro scoprirono 35 persone che lavoravano nella sua tenuta per 78 ore settimanali, senza assistenza medica o giorni liberi e costrette a vivere in “condizioni subumane”. I dipendenti risultavano anche debitori nei confronti del senatore per il cibo e le attrezzature che questi avrebbe venduto loro.Il denaro dovuto veniva automaticamente dedotto dalla loro paga. In questo modo, i lavoratori erano costantemente indebitati e non potevano lasciare il ranch né tornare alle proprie case. Ribeiro ha negato che sia mai stato impedito loro di uscire dalla sua proprietà. Condizioni di lavoro simili a schiavitù sono comuni in molte parti del Brasile, in cui i poveri finiscono impiegati in piantagioni e fabbriche in cui sono costantemente indebitati perché costretti a pagare prezzi esorbitanti per tutto, dal cibo ai trasporti.
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