L’Aia (Olanda), 3 feb. (LaPresse/AP) – La Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha accolto il ricorso della Germania contro l’Italia, confermando che Berlino ha l’immunità legale e non può essere denunciata in tribunali stranieri dalle vittime delle atrocità commesse dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Secondo i giudici dell’Aia, la Corte suprema dell’Italia ha violato la sovranità della Germania quando nel 2008 decise che l’italiano Luigi Ferrini aveva il diritto a un indennizzo per essere stato deportato in Germania nel 1944 per lavorare nell’industria degli armamenti. La Germania protestò, dicendo che la sentenza del tribunale italiano metteva in dubbio il sistema di indennizi istituito in Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale, nell’ambito del quale Berlino pagò decine di miliardi di dollari in risarcimenti dagli anni ’50 in poi. La Corte dell’Aia ha deciso che il caso aperto in Italia ha violato l’immunità della Germania da procedimenti giudiziari in tribunali nazionali.
“L’azione dei tribunali italiani consistente nel negare alla Germania l’immunità… è una violazione dell’obbligo dello Stato italiano nei confronti di Berlino”, ha affermato il presidente della Corte dell’Aia, Hisashi Owada. Le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono finali e vincolanti per gli Stati. Secondo i rappresentanti tedeschi, se la Corte avesse dato ragione all’Italia migliaia di persone da tutto il mondo avrebbero presentato richieste di risarcimento e Berlino ha cercato di evitare questa situazione siglando accordi con Israele e altri Paesi che furono occupati dai nazisti durante la guerra. La Corte ha infine respinto la tesi dell’Italia secondo cui l’immunità degli Stati non dovrebbe essere applicata in casi di crimini di guerra e crimini contro umanità commessi dall’esercito di un Paese nel territorio di un altro Stato. Il capo della delegazione italiana, Paolo Pucci di Benisichi, ha spiegato che la decisione della Corte ha aiutato a chiarire i limiti dell’immunità degli Stati. “Non siamo delusi”, ha affermato. “Ovviamente – ha aggiunto – avrei preferito una sentenza più vicina alla nostra linea di difesa”.
L’Italia, ha notato Pucci di Benisichi, non avrebbe probabilmente sollevato il caso se non fosse per il fatto che gli italiani deportati in Germania durante la seconda guerra mondiale non sono stati inclusi nell’esistente schema di indennizzi. Nella sentenza la Corte ha notato con “sorpresa e rammarico” che la Germania ha escluso queste vittime dal piano di risarcimenti. Durante la seconda guerra mondiale molti italiani furono deportati, internati in campi nazisti e costretti ai lavori forzati, anche se Roma si alleò inizialmente con Berlino. La posizione dell’Italia è stata sostenuta alla Corte dell’Aia dalla Grecia, dove molte persone vorrebbero chiedere risarcimenti per crimini commessi dai nazisti. Nel 2008 un tribunale italiano iscrisse un’ipoteca giudiziaria su Villa Vigoni, un centro cultarale italo-tedesco sul Lago di Como, per “esigere” il pagamento dei risarcimenti. La Germania ha protestato contro questa decisione e le autorità non hanno mai confiscato il centro in attesa della decisione della Corte dell’Aia.
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