Port Moresby (Papua Nuova Guinea), 3 feb. (LaPresse/AP) – È salito a 247 il numero delle persone tratte in salvo dopo l’incidente del traghetto affondato ieri al largo delle coste della Papua Nuova Guinea. Circa 115 persone rimangono disperse. La nave Mv Rabaul Queen è affondata mentre stava viaggiando da Kimbe sull’isola di Nuova Britannia verso la città di Lae, sull’isola principale. Le ricerche, ha fatto sapere il primo ministro della Papua Nuova Guinea, Peter O’Neill, sono state sospese stamattina presto a causa delle difficili condizioni meteorologiche e riprenderanno domani. Il premier non ha voluto dire se i soccorritori hanno recuperato dei corpi senza vita.

Il capitano Nurur Rahman, coordinatore dell’Autorità nazionale per la sicurezza marittima, ha detto che i soccorritori sperano ancora di trovare dei superstiti. “Non penso che siano già morti”, ha detto Rahman all’Australian Broadcasting Corp, spiegando che la temperatura dell’acqua supera i venti gradi e che la maggior parte dei superstiti indossava giubbotti di salvataggio. Secondo un altro ufficiale dell’agenzia, Rony Naigu, circa cento persone sono probabilmente intrappolate all’interno della nave, affondata dopo essere stata colpita da onde molto alte. “Il mare era davvero molto mosso, c’era tanto vento e le onde erano alte”, ha raccontato Alice Kakamara, una dei superstiti ricoverata in un ospedale di Lae. “C’era petrolio dappertutto”, ha aggiunto.

Il proprietario della nave, la società armatrice Rabaul Shipping Company, ha fatto sapere che a bordo c’erano 350 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. “Siamo scioccati e completamente devastati dopo quello che è successo”, ha scritto in una nota il direttore della compagnia, Peter Sharp. I passeggeri erano per la maggior parte studenti. Le cause dell’incidente non sono ancora note, ma le condizioni meteorologiche nella zona erano molto difficili. Ieri sera un gruppo di persone arrabbiate ha lanciato pietre all’ufficio della Rabaul Shipping Company. “Molte persone piangevano, volevano sapere cosa era successo ai loro cari”, ha riferito l’ispettore della polizia di Kimbe, Samson Siguyaru.

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