Pechino (Cina), 31 gen. (LaPresse/AP) – Le autorità cinesi hanno ordinato di rafforzare i controlli di sicurezza nei monasteri buddisti e lungo le principali strade del Tibet per prevenire la diffusione di proteste contro il governo di Pechino. Durante una serie di ispezioni il segretario del Partito comunista a Lhasa, Qi Zhala, ha avvertito le autorità religiose nei monasteri che saranno allontanate dall’incarico immediatamente in caso di disordini. Qi ha inoltre chiesto alla polizia sull’autostrada che porta a Lhasa di rimanere in allerta in vista di potenziali atti di sabotaggio. “Gli ufficiali – ha detto Qi citato dal quotidiano Tibet Daily – devono riconoscere l’importanza della stabilità in templi e monasteri”. “Lavorate – ha aggiunto – per raggiungere l’obiettivo di ‘nessun grande incidente, nessun incidente di media importanza e neanche un piccolo incidente'”. I commenti rivelano la preoccupazione di Pechino causata dalle recenti manifestazioni antigovernative in Tibet. La settimana scorsa diverse manifestazioni si sono svolte nelle zone vicino alla provincia di Sichuan, dove nell’arco degli ultimi 12 mesi diversi monaci e civili si sono dati fuoco per protestare contro il governo cinese. Secondo gruppi per i diritti dei tibetani, la polizia ha sparato alla folla, uccidendo e ferendo alcuni manifestanti.
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