Jacksonville (Florida, Usa), 27 gen. (LaPresse/AP) – Un aggressivo Mitt Romney ha ripetutamente attaccato il rivale Newt Gingrich ieri sera nell’ultimo dibattito che ha preceduto le primarie repubblicane di martedì in Florida, chiedendo le sue scuse per essere stato accusato di ‘sentimento anti-immigrati’ e ridicolizzandolo per la proposta di colonizzare la luna. I sondaggi prevedono un testa a testa tra i due, con Romney leggermente in vantaggio e gli altri contendenti, l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum e il deputato del Texas Ron Paul, molto indietro. Lo scontro tra Gingrich e Romney ha dominato il dibattito, il 19esimo della corsa verso la nomination Gop, anche se Santorum si è guadagnato gli applausi del pubblico invitando i due front-runner a smettere di attaccarsi l’un l’altro e “concentrarsi sulle questioni”.

Il primo scontro si è verificato poco dopo l’inizio, quando Gingrich, rispondendo a una domanda su Romney, ha detto che l’ex governatore del Massachusetts è il più ‘anti-immigrati’ di tutti e quattro i contendenti sul palco. “Questo è semplicemente imperdonabile”, è stata la risposta di Romney. “Mr. Speaker – ha aggiunto – io non sono contro gli immigrati. Mio padre è nato in Messico. Il padre di mia moglie è nato in Galles. … L’idea che io sia contro gli immigrati è ripugnante. Non usare un termine come questo”. Romney ha quindi ricordato che al team che cura la campagna del rivale è stato chiesto di fermare un messaggio radio che lo accusa di essere appunto contro gli immigrati.

Più o meno un’ora dopo è stato Romney ad attaccare l’altro per la sua promessa di istituire una colonia sulla luna in caso di elezione. “Se un dirigente – ha incalzato – venisse da me a chiedermi un centinaio di miliardi di dollari da spendere per mettere una colonia sulla luna, gli direi: ‘Sei licenziato'”. Il pubblico è esploso in un grande applauso. E Romney ha continuato. In South Carolina hai promesso la costruzione di una nuova autostrada interstatale, in New Hampshire di un nuovo ospedale e adesso l’ampliamento del porto di Jacksonville come scalo per le grandi navi dirette verso il Canale di Panama. “Questa idea di andare di Stato in Stato a promettere alla gente quello che che vuole sentirsi dire, promettere centinaia di miliardi di dollari per rendere felici le persone, questo è l’atteggiamento che più di tutti ci ha messo nei guai”. Sostengo ciò che va fatto ed è parte della campagna familiarizzare con le questioni locali, ha risposto l’ex speaker della Camera.

Non sono mancati i riferimenti alla ricchezza di Romney e al suo conto in Svizzera scoperto in settimana, ma la discussione è tornata più pacifica e tutti si sono trovati d’accordo quando è stato il momento di esprimere sostegno a Israele, in uno Stato dove numerosa è la popolazione ebrea, e sottolineare il ruolo più importante che ognuno darebbe ai politici ispanici. Poche le differenze sulla politica d’immigrazione: tutti concordi nel voler reprimere quella clandestina, creare programmi per creare posti di lavoro per gli immigrati legali e deportare alcuni degli 11 milioni di uomini e donne che vivono illegalmente nel Paese. Su quanti e quali, poche sono state le indicazioni. “Il nostro problema non sono 11 milioni di nonne”, ha tuttavia precisato Romney. “Il nostro problema sono 11 milioni di persone che ottengono un lavoro che molti americani e migranti legali vorrebbero avere”.

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