Strasburgo (Francia), 18 gen. (LaPresse/AP) – Sale la pressione sull’Ungheria. Dopo che ieri la Commissione europea ha avviato tre procedure di infrazione contro Budapest per aver varato leggi che violerebbero l’indipendenza di Banca centrale, magistratura e autorità garante per i dati personali, l’Ungheria è stata al centro della plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo. Il premier ungherese Viktor Orban, presente in aula, è stato attaccato a più riprese, accusato di agire non in conformità alle normative europee. Da Orban arrivano però segnali di apertura: “le preoccupazioni sollevate dall’Unione europea sui diritti democratici nel Paese possono essere risolte facilmente”, ha detto.
LA LETTERA DI ORBAN A BARROSO. Poche ore prima che cominciasse il dibattito a Strasburgo, inoltre, Orban ha inviato una lettera alla Commissione europea in cui ha espresso “la sua intenzione di modificare le leggi in questione e di lavorare con la Commissione nei prossimi giorni per trovare soluzioni ai problemi sollevati”. A comunicarlo è stato il presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso, con il quale Orban si incontrerà martedì a Bruxelles per nuovi colloqui. Barroso non ha specificato quali modifiche Orban sia disposto ad adottare e ha rinnovato comunque “l’appello alle autorità ungheresi a rispettare i principi fondamentali di democrazia e libertà e ad applicarli non solo tramite la stesura di norme, ma anche in pratica nella vita sociale e politica del Paese”.
PARLAMENTO EUROPEO CONTRO ORBAN. Il dibattito sull’Ungheria in Parlamento europeo è stato molto acceso. “Stai andando nella direzione di Chavez e Castro e di tutti i governi totalitari e autoritari”, ha detto a Orban Dany Cohn-Bendit, copresidente del gruppo dei Verdi all’Europarlamento. “Ho paura che in Ungheria non siate sulla strada giusta”, gli ha fatto eco Guy Verhofstadt, presidente del gruppo dei liberali, aggiungendo che nel Paese i problemi democratici sono dilaganti. In un discorso appassionato, Verhofstadt ha sottolineato che i problemi vanno ben oltre le tre questioni tecniche sollevate ieri dalla Commissione europea.
ORBAN DIFENDE LA NUOVA COSTITUZIONE. Nel suo intervento alla plenaria di Strasburgo Orban ha difeso a spada tratta la nuova Costituzione ungherese entrata in vigore il primo gennaio, sostenendo che è basata sui principi chiave europei, ma ammettendo comunque che i dubbi sull’indipendenza della Banca centrale e della magistratura sono comprensibili. Per Orban la nuova Costituzione, che è stata modificata con diverse leggi, è stato il più grande passo dal 1949. “Stiamo parlando del rinnovamento dell’Ungheria, di principi e valori europei, e noi abbiamo fatto tutto questo lavoro sulla base di questi principi”, ha detto Orban rivolgendosi agli europarlamentari.
LA LEGGE BAVAGLIO. I dubbi dell’Unione europea sulla nuova Costituzione si aggiungono alle preoccupazioni per la cosiddetta legge bavaglio approvata l’anno scorso, che ha permesso al partito al governo Fidesz di influenzare ulteriormente la gestione dell’informazione sui media di Stato. I giornalisti critici sono stati inoltre licenziati e la minaccia di multe salate ha spinto altri all’autocensura. A una radio privata che era critica nei confronti del governo per esempio, KlubRadio, sono state tolte le frequenze e rischia di chiudere fra qualche settimana. A questo proposito stamattina il vicepresidente dell’Unione europea Neelie Kroes ha espresso preoccupazione sulla libertà dei media nel Paese, dicendo che l’Ue ritiene che la libertà di stampa sia minacciata.
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