Roma, 18 gen. (LaPresse) – Alla luce degli ultimi riscontri effettuati la Farnesina smentisce la presenza di italiani feriti o morti in Etiopia. Il governo etiope in mattinata aveva reso noto che tra i turisti attaccati da ribelli armati c’erano anche italiani oltre a austriaci, tedeschi, belgi e ungheresi. Non aveva comunque specificato le nazionalità di morti o feriti. Sembra effettivamente che due italiani facessero parte del gruppo attaccato, ma si sono salvati incolumi. L’attacco ha provocato almeno cinque morti e due feriti.
Secondo il portavoce del premier ungherese, che ha citato fonti dell’Interpol, le persone uccise sono due tedeschi, due ungheresi e un austriaco. Due belgi sono feriti gravemente. Due tedeschi e due etiopi sono inoltre stati rapiti.

L’attacco è avvenuto ieri mattina alle 5 locali nella regione settentrionale vulcanica di Afar, vicino al confine con l’Eritrea. Il governo di Addis Abeba ha indicato come responsabili alcuni ribelli legati all’Eritrea, dove ha sede il Fronte di liberazione Oromo, gruppo di militanti considerato un’organizzazione terroristica dall’Etiopia. Il governo dell’Eritrea ha negato ogni coinvolgimento, definendo “inventate” e “una bugia assoluta” le accuse dell’Etiopia sugli addestramenti dei ribelli responsabili dell’aggressione. L’ambasciatore eritreo all’Unione africana, Girma Asmeron, ha sottolineato che l’attacco è una questione interna all’Etiopia. I due Paesi vicini hanno combattuto una guerra sui confini tra il 1998 e il 2000, che ha provocato la morte di circa 80mila persone. Le tensioni sono poi aumentate l’anno scorso quando un rapporto delle Nazioni unite ha rivelato che l’Eritrea stesse complottando un attacco durante un summit dell’Unione africana in Etiopia.

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