Parigi (Francia), 22 dic. (LaPresse/AP) – Il Parlamento francese ha approvato il disegno di legge per trasformare in reato la negazione del genocidio degli armeni avvenuto nel 1915, durante la prima guerra mondiale, equiparandola alla negazione dell’Olocausto. Come temuto, la decisione ha fatto precipitare le relazioni tra Francia e Turchia, finora un alleato strategico di Parigi. Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato la sospensione dei rapporti diplomatici e della cooperazione militare con Parigi, oltre che il ritiro dell’ambasciatore Tahsin Burcuoglu. “Richiamiamo il nostro ambasciatore da Parigi ad Ankara per consultazioni”, ha dichiarato Erdogan. Ha aggiunto: “Da ora cancelliamo le attività politiche, economiche e militari bilaterali. Sospendiamo tutti i tipi di consultazioni diplomatiche con la Francia” e “la cooperazione militare bilaterale, le manovre congiunte sono sospese da ora”.

Parigi aveva già riconosciuto il massacro come genocidio nel 2001, ma senza prevedere pene per chi lo negasse. La misura passa ora al Senato, se entrasse in vigore sarebbero previsti un anno di carcere e una multa di 45mila euro per chiunque negasse che la strage di armeni da parte di turchi ottomani sia stata un genocidio, comparando di fatto il massacro all’Olocausto. Il presidente turco, Abdullah Gul, ha messo in guardia martedì sulle “gravi conseguenze” nel caso in cui il provvedimento venisse approvato. La Turchia non riconosce infatti l’uso della definizione di genocidio per gli omicidi di massa ai danni degli armeni.

Dopo il voto, i deputati francesi hanno denunciato il comportamento della Turchia e lo “sforzo di propaganda” per tentare di influenzarli. “Le leggi votate in questa Camera non possono essere dettate da Ankara”, ha detto Jean-Christophe Lagarde, membro del partito Nuovo centro. Gli ha fatto eco Valerie Boyer, autrice del decreto ed esponente del partito al governo Unione per un movimento popolare del presidente Nicolas Sarkozy. Si è detta “scioccata” dal tentativo turco di interferire con il lavoro del Parlamento francese. “La mia legge – ha spiegato – non si riferisce a nessun Paese in particolare. È ispirata al diritto europeo, secondo cui le persone che negano l’esistenza di genocidi devono essere sanzionate”.

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