L’Aia (Olanda), 5 dic. (LaPresse/AP) – “Ero il presidente della repubblica e la sede della presidenza è stata bombardata”. Così l’ex capo di Stato della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, nella sua prima apparizione alla Corte penale internazionale dell’Aia, dove è stato estradato per le accuse di crimini contro l’umanità. “Contesterò le prove e voglio che voi consegniate i vostri giudizi”, ha detto in francese alla commissione formata da tre giudici, chiedendo di vedere le prove contro di lui. Gbagbo ha poi lamentato il suo arresto avvenuto ad aprile da parte delle forze dell’opposizione appoggiate dalla Francia, aggiungendo di aver assistito a un pestaggio ai danni del figlio e alla morte del suo ministro dell’Interno. L’ex presidente ivoriano ha poi criticato il suo trasferimento all’Aia dal nord della Costa d’Avorio, dove era agli arresti domiciliari. “Siamo stati ingannati, le cose potevano essere fatte in maniera più regolare”, ha aggiunto. L’udienza di oggi è stata fissata per confermare l’identità di Gbagbo e garantire che l’imputato avesse compreso i suoi diritti e i capi d’imputazione. Il presidente della Corte, il giudice argentino Silvia Fernandez de Gurmendi, ha fissato la prossima udienza al prossimo 18 giugno, quando i procuratori dovranno presentare un riassunto delle prove e i giudici decideranno se queste saranno abbastanza salde per processare Gbagbo.
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