Tripoli (Libia), 19 nov. (LaPresse/AP) – Saif al-Islam Gheddafi è stato catturato nel sud della Libia, nella città di Obari, vicino alla città di Sabha, ed è stato portato a Zintan. Lo hanno fatto sapere fonti ufficiali libiche. Il figlio di Muammar Gheddafi e suo erede politico designato è stato arrestato insieme con due collaboratori che tentavano di fargli passare il confine verso il Niger, ha annunciato il comandante Bashir al-Tayeleb durante una conferenza stampa. Ha inoltre detto che non ci sono ancora informazioni su un altro importante ricercato legato a Muammar Gheddafi, il capo dell’intelligence Abdullah Senoussi.

Non è chiaro dove il secondogenito del colonnello sarà processato, se in Libia o alla Corte penale internazionale dell’Aia. Il procuratore capo olandese Moreno-Ocampo ha annunciato che la prossima settimana si recherà a Tripoli per discutere del processo. Incontrerà i rappresentanti del governo di transizione per stabilire dove debba essere processato, in Libia o in Olanda. Ha aggiunto che nonostante i governi nazionali abbiano il diritto di giudicare i propri cittadini per crimini di guerra, è preoccupato perché il figlio di Gheddafi deve essere sottoposto a giusto processo, con gli stessi capi d’accusa che affronterebbe alla Cpi. “Saif deve affrontare la giustizia. Che sia in Libia o all’Aia, deve essere portato davanti ai giudici. Dobbiamo coordinarci con le autorità libiche”, ha detto Moreno-Ocampo durante una intervista all’Aia. “La buona notizia – ha aggiunto – è che Saif al-Islam è stato arrestato, è vivo, e ora affronterà la giustizia”. Intanto, il ministro dell’Informazione libico, Mahmoud Shammam, ha detto che il governo non ha ancora preso ufficialmente una posizione sulla possibilità di trasferire o meno Saif al-Islam Gheddafi alla Corte penale internazionale dell’Aia per il processo. Ha aggiunto però che, dal suo punto di vista personale, il figlio del colonnello è “un fuorilegge e dovrebbe essere processato davanti a un tribunale libico, dal popolo libico e dalla giustizia libica”.

Saif al-Islam è il secondogenito di Muammar Gheddafi. Nato il 25 giugno 1972 a Tripoli, ha conseguito una laurea in ingegneria in Libia e una in Economia in Austria, poi un master e un dottorato alla London School of Economics a Londra. Il 39enne è stato per molti anni considerato un riformatore liberale, ma quando in Libia sono scoppiate le rivolte contro il regime del padre si è schierato apertamente dalla sua parte, appoggiando la dura repressione del dissenso. Ha fatto perdere le sue tracce dopo la caduta di Tripoli in mano alle forze ribelli a fine agosto, il luogo dove si nascondeva è rimasto ignoto anche dopo l’uccisione del padre, il 20 ottobre, da parte delle forze rivoluzionarie. Ricercato per crimini contro l’umanità dal Tribunale penale internazionale, è stato catturato oggi nel sud del Paese.

Prima di schierarsi a fianco del padre era ben visto da molti intellettuali occidentali, anche per le sue esibizioni di dipinti in gallerie di tutto il mondo, ottenendo anche l’approvazione di leader mondiali e gruppi per i diritti umani per le sue posizioni su democrazia e sviluppo. Per lungo tempo è stato considerato l’erede politico designato del raìs e l’uomo che avrebbe modernizzato e riformato il Paese. Tra i suoi maggiori oppositori c’era tuttavia il suo fratello più giovane Mutassim, integrato nel regime del padre. Mutassim è stato ucciso il 20 ottobre, mentre in precedenza lo sono stati i fratelli Saif al-Arab e Khamis. Un altro fratello, al-Saadi, era fuggito in Niger a settembre. La madre Safiya e la sorella Aisha hanno invece trovato rifugio in Algeria. Nonostante le posizioni moderate del passato, a cinque giorni dall’inizio delle rivolte scoppiate a Bengasi, Saif al-Islam aveva annunciato “fiumi di sangue”, durante un discorso televisivo. “Combatteremo fino all’ultimo uomo, all’ultima donna, all’ultimo proiettile. Non perderemo la Libia”, aveva detto.

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