Londra (Regno Unito), 24 ott. (LaPresse/AP) – O si trovano i fondi o Wikileaks potrebbe chiudere entro fine anno. E’ l’allarme lanciato dal fondatore Juliane Assange, che oggi ha annunciato la sospensione della pubblicazione dei cablo per concentrarsi sulla raccolta fondi. Dopo la decisione dello scorso dicembre di Visa, MasterCard, Western Union e PayPal di bloccare le donazioni per Wikileaks, il sito non ha avuto altra scelta. “Se WikiLeaks non trova un modo per eliminare il blocco di donazioni non sarà semplicemente in grado di continuare all’inizio dell’anno nuovo”, ha detto Assange ai giornalisti riuniti al Frontline Club di Londra.
Le restrizioni imposte a dicembre, sostiene Assange, hanno bloccato circa il 95% del denaro che Wikileaks avrebbe potuto ricevere. Per andare avanti fino al 2013 abbiamo bisogno di ulteriori 3,5 milioni di dollari, ha spiegato Assange. “Se non eliminiamo il blocco semplicemente non saremo in grado di continuare”, ha ribadito. Recentemente, proprio per far fronte alla carenza di fondi, Wikileaks ha organizzato una serie di aste mirate a rimpinguare le sue casse. Fra gli oggetti messi all’asta, per esempio, un pranzo con Assange e il laptop che usò per organizzare la pubblicazione dei documenti. Nel 2010 il sito riceveva una media mensile di donazioni di oltre 100mila euro, nel 2011 l’ammontare è sceso a 6mila o 7mila euro al mese, ha spiegato il portavoce dell’organizzazione Kristinn Hrafnsson.
Nato come deposito online per informazioni confidenziali, Wikileaks è salito agli onori delle cronache nell’aprile del 2010, quando pubblicò le immagini che mostravano due giornalisti della Reuters uccisi da un attacco militare americano a Baghdad. Il Pentagono aveva sostenuto che probabilmente i reporter si trovavano “in mezzo agli insorti”, ma il video girato dall’elicottero mostrava che i soldati Usa sparavano su uomini a pancia in giù e scherzavano dicendo “morti bastardi”. Nei mesi successivi Wikileaks pubblicò circa mezzo milione di documenti militari segreti relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan, file che portarono alla luce i dettagli della guerra provando abusi e torture anche da parte delle forze di sicurezza irachene. Ma è stato l’anno scorso che Wikileaks ha suscitato più scalpore, quando pubblicò 250mila cablo del dipartimento di Stato americano. A quel punto una dopo l’altra MasterCard, Visa, PayPal e Western Union smisero di fare da ponte per le donazioni al sito, lasciando Wikileaks a corto di fondi proprio mentre cominciava a essere nel mirino di forti pressioni politiche, finanziarie e giudiziarie.
“Cercherò una costellazione di persone benestanti” disposte a supportare Wikileaks, ha detto oggi Assange. Tra i suoi sostenitori anche il fondatore del Frontline Club, Vaughan Smith, la cui casa nell’est dell’Inghilterra è stata messa a disposizione del giovane fondatore di Wikileaks in attesa della decisione sull’estradizione in Svezia per accuse di abusi sessuali, decisione attesa nelle prossime settimane. Nel corso degli ultimi mesi due provider, uno dei quali con base in California, hanno denunciato di aver ricevuto richieste di informazioni su account di loro clienti da parte di un tribunale nell’ambito dell’inchiesta americana su Wikileaks. La sospetta fonte di WikiLeaks, il soldato dell’esercito Usa Bradley Manning, rimane agli arresti nella prigione di Fort Leavenworth, in Kansas, e gruppi per i diritti umani hanno più volte denunciato le sue condizioni di detenzione.
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