Mosca (Russia), 5 ott. (LaPresse/AP) – Il ritrovamento sul fondale marino di un frammento di anfora greca da parte del premier russo Vladimir Putin non è stato casuale, ma è stato organizzato in anticipo. A rivelarlo è un portavoce del primo ministro, Dmitry Peskov. La scoperta di Putin, avvenuta lo scorso agosto, aveva avuto ampio risalto sia in Russia sia all’estero. Il premier si era tuffato nello stretto di Kerch, che collega il Mar Nero e il Mar d’Azov, e aveva trovato a due metri di profondità i frammenti. Nelle immagini che documentano il recupero si vede Putin tenere in mano due pezzi di un’anfora del VI secolo a.C. e dire: “Li abbiamo trovati io e i ragazzi”. Ma in un’intervista trasmessa ieri, Peskov ha dichiarato che i frammenti erano stati trovati tempo prima da alcuni archeologi.
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