Sanaa (Yemen), 30 set. (LaPresse/AP) – Salgono a tre i vertici di al-Qaeda uccisi nel raid di ieri in Yemen. Anche Ibrahim al-Asiri, esperto di esplosivi saudita per al-Qaeda, è morto nell’attacco che ha ucciso l’imam Anwar al-Awlaki, leader della rete terroristica nel Paese. Lo hanno fatto sapere funzionari statunitensi, con la condizione dell’anonimato perché la notizia non è stata ancora confermata ufficialmente. Nell’attacco è morto anche Samir Khan, produttore della rivista di al-Qaeda in lingua inglese Inspire, cittadino statunitense come al-Awlaki.

L’imam Anwar al-Awlaki, leader di al-Qaeda nello Yemen, nato negli Stati Uniti e tra i maggiori ricercati di Washington, è morto a 8 chilometri da Khashef, nella provincia di al-Jawf, in seguito a un raid aereo. L’operazione, condotta da jet e droni statunitensi, è stata lanciata intorno alle 9.55 di ieri mattina. Nei giorni scorsi nell’area erano già stati avvistati alcuni droni Usa senza pilota. La conferma dell’uccisione dell’imam è stata data anche da fonti di intelligence di Washington. A luglio, il segretario alla Difesa Leon Panetta aveva definito al-Awlaki come un bersaglio prioritario, proprio come Ayman al-Zawahiri, il successore di bin Laden alla guida della rete terroristica.

Anwar al-Awlaki, 40 anni, inserito dagli Usa nella lista dei ricercati ‘kill-or-capture’ (uccidi o cattura), ha ispirato e probabilmente organizzato alcuni degli ultimi attacchi contro gli Stati Uniti. Tra questi anche il fallito attentato del 2009 contro un volo di linea diretto da Amsterdam a Detroit, in cui un giovane di origine nigeriana salì sull’aereo con una bomba nella biancheria intima, ma non riuscì a farsi esplodere. In seguito al-Awlaki aveva cercato di far piazzare bombe su voli partiti dallo Yemen, sempre con destinazione Usa. Nato in America da genitori yemeniti, è diventato il messaggero di al-Qaeda in lingua inglese e ha diffuso il credo terroristico tramite blog, social newtork e scambi di email.

Al-Awlaki era stato in contatto tramite posta elettronica anche con il maggiore dell’esercito statunitense Nidal Malik Hasan, che nel novembre del 2009 uccise 13 soldati in una sparatoria alla base di Fort Hood, in Texas. Anche Shahzad Faisal, l’attentatore pakistano-americano dichiaratosi colpevole del fallito attacco bomba a Times Square del 2010, aveva detto di essersi ispirato ad al-Awlaki dopo averlo contattato su internet. L’ex leader estremista avrebbe anche partecipato all’invio di pacchi bomba a diverse sinagoghe di Chicago intercettati a Dubai e in Europa nell’ottobre 2010.

Nell’attacco, secondo fonti yemenite, è morto anche un altro esponenete di al-Qaeda, a sua volta nato negli Usa. Si tratta di Samir Khan, produttore di ‘Inspire’, giornale online del gruppo terroristico in lingua inglese. L’annuncio della morte è stato diffuso dal ministero della Difesa di Sanaa tramite un sms. Khan, che aveva meno di 30 anni, era un americano di origini pakistane proveniente dal North Carolina e il giornale che produceva intende divulgare l’ideologia di al-Qaeda e promuovere gli attacchi contro obiettivi statunitensi. Su ‘Inspire’ sono stati anche pubblicati articoli che spiegavano come miscelare esplosivi. Tempo fa, Khan scrisse di esersi trasferito in Yemen per unirsi ai combattenti di al-Qaeda, promettendo di “servire la jihad per il resto delle nostre vite”.

Ibrahim Al-Asiri, l’ultimo della cui morte si ha avuto notizia, seppure non ancora ufficialmente confermata, è ritenuto il responsabile il massimo esperto di esplosivi della rete terroristica. E’ stato l’artefice della costruzione di vari ordigni per al-Qaeda, tra cui la bomba, poi inesplosa, piazzata su un aereo negli Stati Uniti il giorno di Natale 2009. Un uomo nigeriano nascose infatti nei propri indumenti intimi un ordigno per far esplodere in volo un aeroplano diretto a Detroit. La bomba non scoppiò e l’Fbi vi rilevò le impronte digitali di al-Asiri. Le autorità ritengono che questi sia anche il costruttore delle bombe che al-Qaeda nel 2010 infilò in stampanti indirizzate agli Stati Uniti, scoperte nel corso delle spedizioni.

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