Tripoli (Libia), 25 ago. (LaPresse/AP) – Uno degli oggetti più strani trovati dai ribelli nel compound di Muammar Gheddafi a Tripoli è senz’altro un album pieno di fotografie di Condoleezza Rice, ex segretario di Stato Usa. O forse la scoperta non è così inaspettata, visto che nel corso degli anni il leader libico aveva più volte espresso la sua ammirazione per la Rice. In un’intervista ad al-Jazeera nel 2007, Gheddafi l’aveva chiamata “la mia cara donna nera africana” usando anche il soprannome ‘Leezza’. “La ammiro molto e sono fiero del modo in cui dà ordini ai leader arabi. Leezza, Leezza, Leezza, la amo moltissimo, la ammiro perché è una donna nera di origini africane”, aveva detto il colonnello all’emittente panaraba. L’anno successivo, i due si erano incontrati in Libia e avevano cenato insieme quando il segretario di Stato aveva fatto una storica visita nel Paese nordafricano, dove gli Stati Uniti non avevano un ambasciatore da decenni. “L’America – aveva detto la Rice – non ha nemici permanenti”. Gheddafi l’aveva accolta con un pasto tradizionale del Ramadan e un anello di diamanti, un liuto, un cofanetto con l’incisione del viso del colonnello all’interno e un’edizione de ‘Il libro verde’, un manifesto politico scritto dallo stesso Gheddafi. Il valore totale dei doni era pari a 212mila dollari. Tre anni dopo, quando i ribelli libici hanno preso il controllo del fortino del rais, ecco comparire la cara ‘Leezza’ e decine di sue fotografie nell’album.
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