Sydney (Australia), 4 ago. (LaPresse/AP) – La bomba era attaccata al collo della ragazza ma non conteneva esplosivo. Sono comunque servite dieci ore agli artificieri australiani per liberare la diciottenne Madeleine Pulver dalle catene con cui il presunto ordigno era legato al suo corpo. È stata la famiglia di Madeleine a chiamare i soccorsi dalla casa di Mosman, lussuoso sobborgo di Sydney. Mark Murdoch, assistente commissario di polizia dello stato del New South Wales, ha rivelato che sul posto gli agenti hanno trovato fogli con istruzioni su come procedere, ma non ha voluto aggiungere niente di più in merito.

Secondo quanto raccontato dalla ragazza un uomo mascherato sarebbe entrato nell’abitazione ma la dinamica è ancora poco chiara, così come il motivo, forse un’estorsione. “Una bufala molto, molto elaborata, come si è scoperto”, ha commentato Murdoch ai giornalisti. “Ma sembrava propio un ordigno improvvisato. Abbiamo dovuto trattarlo seriamente fino a che non è stato provato il contrario”.

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