Oslo (Norvegia), 25 lug. (LaPresse/AP) – Ci sarebbero altre due cellule dell’organizzazione coinvolta nel duplice attentato in Norvegia del venerdì scorso su cui le autorità dovrebbero indagare. Lo ha detto durante la prima udienza Anders Behring Breivik, citato poi da uno dei giudici del tribunale di Oslo in una conferenza stampa. Breivik ha detto inoltre che voleva inviare un messaggio forte e non uccidere tante persone e ha aggiunto che il Partito laburista ha fatto fallire la Norvegia. L’uomo si è dichiarato non colpevole e ha spiegato che con il suo atto aveva tentato di salvare l’Europa dal dominio dei musulmani. Intanto i giudici hanno annunciato che Breivik sarà detenuto inizialmente per otto settimane, di cui le prime quattro in completo isolamento. In ogni caso non avrà accesso ai media né internet e non potrà parlare con giornalisti.
Poco fa autorità polacche avevano riferito che Breivik aveva comprato le sostanze chimiche necessarie a realizzare la bomba per il suo attentato di Oslo in Polonia. Il negozio sarebbe quello di un abitante di Breslavia, proprietario di una società online specializzata in vendita di sostanze chimiche. “Già venerdì avevamo ricevuto alcune informazioni e una richiesta di aiuto da parte della polizia norvegese”, spiega alla rete Tvn24 un portavoce della polizia polacca, Mariusz Sokolowski. “Abbiamo fatto degli accertamenti insieme all’agenzia dell’intelligence Abw – ha proseguito – ma non posso dire di più per il bene delle indagini”.
In mattinata si era diffusa in Polonia la notizia di un arresto, ma la procura di Breslavia ha smentito: “Nessuno è stato arrestato in riferimento a questo caso e nessuno è stato accusato”, ha detto la portavoce del procuratore distrettuale di Breslavia, Malgorzata Klaus. Secondo quanto riferisce il quotidiano polacco online Gazeta.pl la Klaus ha confermato soltanto che “alcune attività giudiziarie sono state effettuate ieri”, ma non ha voluto fornire altri dettagli.
Klaus non ha smentito però le notizie diffuse dalla polizia. “Già venerdì avevamo ricevuto alcune informazioni e una richiesta di aiuto da parte della polizia norvegese”, aveva detto alla rete Tvn24 un portavoce della polizia polacca, Mariusz Sokolowski. “Abbiamo fatto degli accertamenti insieme all’agenzia dell’intelligence Abw – ha proseguito – ma non posso dire di più per il bene delle indagini”.
Intanto si sta svolgendo a Oslo la prima udienza per Breivik, che sarà a porte chiuse, secondo quanto ha deciso a seguito della richiesta della polizia il giudice del tribunale di Oslo, Kim Heger. Il 32enne aveva chiesto che fosse a porte aperte per poter fornire le proprie motivazioni. “In base alle informazioni sul caso, il tribunale ritiene che l’udienza di oggi debba tenersi a porte chiuse – si legge nel comunicato diffuso dalla corte -. È chiaro che informazioni concrete dimostrano che un’udienza pubblica in presenza del sospettato potrebbe velocemente portare a una situazione straordinaria e molto difficile per le indagini e la sicurezza”.
Alle 12 il Paese intero si è fermato per un minuto di silenzio in cui commemorare le 93 vittime degli attentati a Oslo e sull’isola di Utoya. In Francia, intanto, la gendarmerie ha perquisito a Cournanel, nel sud del Paese, la casa di Jens Breivik, il padre dell’attentatore. Il padre Jens, che è stato diplomatico all’ambasciata norvegese a Londra, è ora in pensione e vive in Francia. Secondo quanto riportato da ‘Vg’, un quotidiano norvegese, l’uomo avrebbe appreso della strage commessa dal figlio attraverso internet. E proprio in rete Anders Behring Breivik ha diffuso quello che ormai sembra essere un vero e proprio manifesto o, come è già stata definita, la sua dichiarazione di guerra. Circa 1500 pagine diffuse il giorno della strage, nelle quali il 32enne illustra il suo pensiero contro la società multiculturale e contro l’Islam, ispirandosi al famoso manifesto di Ted Kaczynski, il celebre Unabomber.
Ieri nella cattedrale di Oslo si è svolta la cerimonia per commemorare i 93 morti degli attentati di venerdì, alla presenza del premier Jens Stoltenberg e dei reali. Sette persone sono morte a causa di una bomba esplosa nella capitale, 86 nella sparatoria sull’isola di Utoya. Secondo il dottor Colin Poole, responsabile della chirurgia dell’ospedale Ringriket di Honefoss, nordovest di Oslo, dove sono ricoverate molte delle vittime del massacro compiuto sull’isola di Utoya, Breivik ha usato proiettili speciali progettati per disintegrarsi nel corpo e causare massimi danni interni. I medici, ha detto, non hanno recuperato pallottole intatte nei corpi dei feriti, ma solo frammenti: “Questi proiettili più o meno esplodono all’interno del corpo. Hanno inflitto danni interni assolutamente orribili”.
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