Caminada Headland (Louisiana, Usa), 17 lug. (LaPresse/AP) – Le operazioni di pulitura della costa del Golfo a causa del disastro petrolifero di Bp, negli Stati Uniti, stano portando alla luce decine di siti archeologici. Vi si trovano resti umani e animali, vasellame e armi che furono degli antichi indiani, più di 1.300 anni fa. Sinora le squadre di esperti chiamati dal gigante del petrolio hanno visitato più di 100 siti e stilato una lista lunghissima di reperti da analizzare con il metodo del carbonio-14 e con altri modi, sebbene escavazioni approfondite non siano state ancora condotte. Gli archeologi, tuttavia, temono che i resti possano essere stati danneggiati dal petrolio o persi nell’erosione, prima che possano essere studiati a fondo. Secondo Larry Murphy, archeologo direttore di un’agenzia governativa e supervisore delle operazioni, ha trovato un aspetto positivo del disastro Bp: se non fosse accaduto, i siti archeologici non sarebbero venuti alla luce.

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