Dadaab (Kenya), 15 lug. (LaPresse/AP) – La siccità in Somalia e la conseguente crisi dei rifugiati continuano a mietere vittime, soprattutto tra i bambini. La Croce Rossa internazionale ha riferito che un bambino su 10 nel sud del Paese soffre di malnutrizione acuta e ieri l’Unicef ha definito la siccità “la più grave emergenza umanitaria al mondo”. Migliaia di somali camminano per giorni, a volte per settimane, per raggiungere il campo rifugiati di Dadaab, in Kenya, nella speranza di ricevere cibo. Ogni giorno vi arrivano oltre 1.000 persone. Le vittime più numerose della crisi sono i bambini: nei primi quattro mesi del 2011 il numero dei piccoli che non ce l’hanno fatta supera il totale dell’anno scorso. Nel campo di Dagahaley, dove i rifugiati passano prima di essere trasferiti a Dadaab, Medici senza frontiere (Msf) cura ogni giorno 15 bambini per malnutrizione.

Solo il mese scorso 13 di questi sono morti, il numero più alto in un mese da quando Msf è arrivata nella zona nel 2009. “Il campo di Dagahaley – ha riferito il direttore Edward Chege – attraversa un’emergenza nutrizionale. Se gli arrivi continueranno a questo ritmo, non avremo abbastanza spazio per accogliere tutti i bambini”. Anche l’Unicef lancia l’allarme: oltre mezzo milione di loro rischia di non sopravvivere e subirà conseguenze di lunga durata sullo sviluppo fisico e mentale. Per l’Unhcr, Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, il 40% dei bambini provenienti da Dadaab è malnutrito. “I piccoli – ha spiegato Allison Oman, nutrizionista dell’agenzia – arrivano qui in condizioni molto gravi. È evidente che le famiglie lasciano le abitazioni all’ultimo momento, solo quando non hanno più risorse”.

I campi per i rifugiati di Dadaab, intanto, sono al limite: al momento ospitano oltre 380mila persone, a fronte di una capienza di 90mila. Quello di Ifo nel nordest del Kenya, che potrebbe ospitare circa 40mila profughi, è rimasto inutilizzato sinora, ma ieri il primo ministro kenyota Raila Odinga lo ha visitato e ha detto che potrà essere aperto a breve. Un portavoce dell’Unhcr a Dadaab, Fafa Attidzah, ha ringraziato il governo: “Siamo felici e grati al governo e al popolo kenyota. Hanno restituito un po’ di dignità ai rifugiati che soffrono, dando loro un posto in cui essere accolti”.

A causa della gravità della situazione anche i militanti di al-Shabab, legati ad al-Qaeda, hanno eliminato il blocco che dal 2009 impediva ai gruppi umanitari di aiutare il sud. Mercoledì scorso l’Unicef ha potuto consegnare provviste con paracadute alla città di Baidoa, controllata da al-Shabab, per la prima volta da due anni. Gli aiuti comprendevano tonnellate di cibo, acqua e medicinali.

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