Dublino (Irlanda), 14 lug. (LaPresse/AP) – “Ci sono delle leggi in questa nazione. Tutti devono imparare a rispettarle. Il Vaticano dovrà fare lo stesso”. Così il ministro degli Esteri irlandese Eamon Gilmore, ha commentato l’incontro faccia a faccia con l’ambasciatore del Vaticano in Irlanda, l’arcivescovo Giuseppe Leanza, convocato oggi dal governo di Dublino in seguito alle rivelazioni di un’indagine secondo cui la Santa Sente avrebbe convinto i vescovi irlandesi a non denunciare i preti pedofili alla polizia. Gilmore ha aggiunto che non permetterà alla Santa Sede di ripetere le precedenti negazioni di responsabilità sulla questione degli abusi sui minori. Ciò era accaduto nel 2009, in seguito alla pubblicazione di un rapporto che descriveva tre decenni di coperture da parte dell’Arcidiocesi di Dublino e di almeno 60 anni di abusi commessi nei collegi cattolici. “Non lasceremo che tutto passi impunito. Vogliamo una risposta del Vaticano su quel rapporto”, ha detto ancora Gilmore.

Dimessa la risposta del rappresentante della Santa Sante. A capo chino, al termine dell’incontro, Leanza ha letto un comunicato per ribadire “il totale impegno del Vaticano ad adottare tutte le misure necessarie per assicurare la protezione dei bambini”. L’arcivescovo ha aggiunto inoltre di avere ricevuto una copia dell’ultimo rapporto ordinato dal governo irlandese sugli insabbiamenti cattolici, pubblicato ieri online, dicendo che lo porterà “immediatamente all’attenzione della Santa Sede”. Prima dell’incontro di oggi, il ministro della Giustizia Alan Shatter aveva definito inaccettabile l’interferenza della Santa Sede negli sforzi del governo contro la pedofilia nella Chiesa.

All’incontro non ha partecipato il primo ministro di Dublino Enda Kenny, che però ha fatto sentire forte la sua voce. “La legge di una nazione – ha detto – non deve essere fermata da una croce o da un pastorale”. Kenny ha così annunciato che il governo di Dublino presto promulgherà una legge per cui nascondere alla polizia le prove di un abuso su minori costituirà reato. Il premier, che non ha partecipato al faccia a faccia tra l’arcivescovo Giuseppe Leanza e il ministro degli Esteri Eamon Gilmore, ha specificato che la legge includerà anche ogni informazione ricevuta da un prete durante il sacramento della confessione.

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