Alexandria (Virginia, Usa), 9 lug. (LaPresse/AP) – I procuratori federali hanno chiesto al giudice di ridurre i 23 anni di prigione inflitti a un americano di fede musulmana che ha ammesso di aver partecipato a un complotto a guida libica per assassinare il re dell’Arabia Saudita Abdullah. Abdurahman Alamoudi, 59 anni, è stato arrestato nel settembre del 2003. Si è dichiarato colpevole di aver intrattenuto rapporti d’affari illegali con la Libia e ha ammesso di aver ricevuto oltre 500mila dollari in contanti da parte di funzionari libici per il suo contributo nella pianificazione dell’attentato. Secondo gli atti processuali, il leader libico Muammar Gheddafi voleva la morte dell’allora principe Abdullah a causa dell’insulto ricevuto a un vertice della Lega Araba nel 2003. Abdullah puntò il dito contro Gheddafi: “Le tue bugie ti precedono – disse – mentre la tomba è davanti a te”.

I documenti che spiegano perché i procuratori abbiano fatto domanda per la riduzione della pena sono stati secretati e la procura di Alexandria non ha voluto dire quanti anni di sconto siano stati chiesti. Di solito questi tagli sono consentiti solo se il condannato fornisce informazioni importanti al governo ed è raro che il governo chieda una riduzione dopo tutti questi anni. Non è chiaro se la collaborazione di Alamoudi sia legata all’attuale situazione in Libia, ma è accertato che l’uomo aveva legami consolidati con i funzionari libici prima del suo arresto.

Stando agli atti processuali, Alamoudi viaggiò almeno dieci volte in Libia tra il 2000 e il 2003 e spesso incontrò personaggi del governo locale.Era un noto attivista nella comunità musulmana degli Stati Uniti. Ha fondato l’American Muslim Council e ha visitato la Casa Bianca durante l’amministrazione Clinton. Ha inoltre partecipato a una discussione di gruppo con George W. Bush nel 2000, in occasione di un incontro con la comunità musulmana durante la campagna del futuro presidente. Il suo avvocato, Henry S. John Fitzgerald, non ha risposto ieri a una richiesta di commento. E neanche l’ambasciata saudita in Usa ha rilasciato dichiarazioni.

La richiesta del governo per una riduzione di pena deve essere approvata dal giudice distrettuale Claude Hilton. L’udienza sulla questione era stata programmata per venerdì, ma Hilton l’ha annullata e ha detto che emetterà una sentenza scritta in base ai documenti in suo possesso.

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