L’Aia (Olanda), 4 lug. (LaPresse/AP) – La seconda comparsa di Radko Mladic in aula all’Aia, all’inizio neanche attesa, è durata pochi minuti. Dopo varie interruzioni per far sì che la sua richiesta di poter scegliere di persona i propri legali venisse accettata, il giudice Alphons Orie, che presiede il processo al Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia, ha infatti ordinato che l’ex generale venisse accompagnato fuori. Dopo di che, considerato che Mladic si era rifiutato di dirsi colpevole o innocente, Orie ha messo agli atti una dichiarazione di non colpevolezza per conto dell’imputato, come prevede la prassi del Tribunale.

Mladic, accusato di essere la mente dei peggiori crimini di guerra condotti dai serbi nella guerra di Bosnia tra il 1992 e il 1995, si è dimostrato fin da subito polemico. Si è messo un cappello in testa e ha gesticolato verso il pubblico in chiaro disprezzo degli ordini di Orie. Parlando fuori dal suo turno, ha detto al giudice di aver indossato il cappello perché aveva freddo alla testa. L’ex generale aveva minacciato di boicottare l’udienza perché gli ufficiali della Corte non avevano ancora nominato gli avvocati, uno serbo e uno russo, che Mladic pretende che lo rappresentino. Ma Orie ha spiegato che approvare i rappresentanti della difesa non tocca ai giudici, ma al registro della Corte.

Quando poi il giudice ha chiesto a Mladic se fosse pronto ad ascoltare le accuse nei suoi confronti, l’imputato ha risposto: “Non può fare tutto quello che vuole”. Quindi, nel momento in cui Orie ha iniziato a parlare, l’ex generale ha urlato. “No, no, no! Non leggermele, non un’altra parola!” e si è tolto le cuffie. In un ennesimo richiamo, Orie ha ordinato all’imputato di stare calmo se no lo avrebbe cacciato, Mladic ha ribattuto: “Cacciami!”. E a quel punto l’allontanamento è stato inevitabile.

Prima di uscire dall’aula, scortato dalle guardie, Mladic ha gridato contro l’aula: “Volete impormi la mia difesa. Che tipo di corte siete?”. Dopo una breve interruzione, l’udienza è ripresa e il giudice Alphons Orie ha ricominciato a leggere i capi di imputazione quindi, visto il rifiuto del generale di parlare in merito, ha messo agli atti, per conto dell’imputato, una dichiarazione di innocenza.

Al termine dell’udienza, il giudice ha aggiornato il procedimento senza fissare una nuova data o mettere in programma un’altra udienza. Ora si dovrà attendere l’approvazione o meno da parte del registro del tribunale dei legali indicati da Mladic, dopo di che sarà fissata una nuova data. Prima di chiudere la sessione, Orie ha riferito all’avvocato d’ufficio dell’imputato, Aleksander Aleksic, che se sarà in grado di comunicare con Mladic dovrebbe informarlo della messa agli atti della dichiarazione di non colpevolezza per suo conto e che esiste la possibilità di cambiarla quando vorrà.

La comparsa di Mladic in aula era inaspettata questa mattina, visto che ieri l’ex generale aveva annunciato, attraverso il legale Milos Saljic, di voler boicottare l’udienza per ottenere la possibilità di nominare personalmente i propri avvocati difensori. La scorsa settimana, gli ufficiali della corte delle Nazioni unite avevano chiesto più tempo per esaminare la lista di legali sottoposta da Mladic, per verificare le loro qualifiche e la loro idoneità.

I parenti delle vittime presenti all’udienza non sono rimasti sorpresi dal comportamento di Mladic davanti alla Corte. “Ha dimostrato chi è. Non ha fatto vedere di provare rammarico e non vuole giustizia per le vittime”, ha commentato Hatidia Mehmedovic, sopravvissuta al massacro di Srebrenica giunta in Olanda per assistere al processo.

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