Il leader della Cgil resta alla guida del sindacato e rilancia: "La mobilitazione continua"

Affluenza flop per i referendum dell’8 e 9 giugno, e il leader della Cgil Maurizio Landini parla di “crisi democratica” per il nostro Paese commentando i dati sull’affluenza alle urne.

Landini resta in sella al sindacato

Non ci penso neanche lontanamente, non credo sia oggetto di discussione. Sono abituati” i politici “a lavorare in un certo modo, in Cgil c’è sempre una discussione collettiva, come è stato il lavoro di questi mesi; non c’è uno che sceglie per gli altri – rileva Landini in conferenza stampa rispondendo a una domanda sulla possibilità di dimettersi dopo il mancato raggiungimento del quorum – naturalmente dovremo fare un approfondimento nei prossimi giorni per capire chi nonostante tutto quello che è avvenuto, nonostante la disinformazione, ha investito su di noi e noi abbiamo la responsabilità di dare voce a chi è andato a votare e continuare una battaglia per il futuro del Paese. Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum, questo obiettivo non l’abbiamo raggiunto. Quello che volevamo fosse una giornata di festa è evidente che non lo è. In questi mesi abbiamo realizzato un lavoro particolarmente significativo, sappiamo che 14 milioni di italiani sono andati alle urne, e questo è un dato importante, è un punto di partenza. Sapevamo perfettamente che non era una passeggiata. L’abbiamo fatto perché pensiamo che oggi estendere e tutelare il lavoro non sono due cose tra loro diverse ma sono lo stesso problema e per questo consideriamo l’esperienza svolta molto importante”.

Italia in crisi democratica

“Siamo nel pieno di una crisi democratica e dentro una crisi del lavoro senza precedenti – osserva Landini – e il fatto che anziché discutere si sia evitato il confronto diretto giocando sul non andare a votare e cercando di farlo passare per un voto contro il governo, non è una responsabilità nostra ma una scelta di cui abbiamo preso atto”.

Mobilitazione continua

“Bisogna dire la verità, il nostro obiettivo non è stato raggiunto ma non abbiamo intenzione di fermarci, non abbiamo cambiato idea – dice Landini – bisogna continuare questa azione sindacale utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, sia in termini contrattuali sia in termini di mobilitazione. La nostra è una battaglia fondamentale per la democrazia, e la democrazia non regge quando il lavoro è precario. Da cambiare non è il quorum ma è l’atteggiamento delle forze politiche rispetto alla democrazia perché una cultura politica di questa natura è pericolosa per la democrazia“.

Esperienza importante

“Per me è stata un’esperienza bellissima – rileva Landini – per tutti noi è stata un’esperienza molto importante. Ho avuto la possibilità, insieme a tutta la Cgil e a quelli che con noi in questi mesi hanno girato l’Italia, di incontrare la gente e allacciare rapporti. Sono state settimane che mi hanno insegnato anche che un sindacato deve tornare ad imparare, ad ascoltare le persone. Ringraziamo quelli che sono andati a votare e anche tutte le persone che hanno lavorato con noi”.

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