L'ora X per il deposito delle liste per rinnovare il cda scatta a mezzanotte

Conto alla rovescia per il termine ultimo per il deposito delle liste per rinnovare il cda di Tim. L’ora X scatta a mezzanotte di oggi, ma la pubblicazione ufficiale potrebbe richiedere ore ulteriori per effettuare le verifiche del caso. Intanto in assemblea dei soci di Tim il 23 aprile si profila un poker di quattro liste nella partita del rinnovo della governance che vede Pietro Labriola come ceo che ha presentato un piano industriale che scorpora la Netco, cedendola al fondo americano Kkr.

Il fondo Merlyn, con lo 0,52%, ha depositato la sua lista ieri, candidando l’ex top manager di Microsoft Italia Umberto Paolucci alla presidenza e Stefano Siragusa nel ruolo di ceo per sfidare la lista del cda uscente che vede Alberta Figari alla presidenza e l’attuale ceo Pietro Labriola come amministratore delegato. Anche i piccoli azionisti di Asati (con certificata una percentuale pari al 0,53% del capitale sociale) il 27 marzo scorso hanno presentato una lista per il nuovo board di Tim, con un successivo cambio in corsa a poche ore dalla scadenza per la presentazione. Per risolvere il problema della mancanza di rappresentanza femminile che metteva a rischio l’elenco presentato due giorni fa, l’associazione è scesa da 8 a 4 candidati e ai primi tre nomi – il presidente Asati Franco Lombardi, Alberto Brandolese e Maurizio Matteo Decina – ha affiancato Francesca Dalla Vecchia.

Sempre oggi, a poche ore dalla scadenza, anche il fondo Bluebell Capital Partners di Giuseppe Bivona ha depositato una lista per il nuovo consiglio di amministrazione di Tim, con primo nome quello di Paola Giannotti de Ponti, in passato consigliere di Telecom Italia.Intanto un prossimo passaggio sarà il 2 aprile, quando i vertici della telco e del suo principali azionista, il gruppo francese Vivendi con circa il 24% del capitale, sono stati convocati dal comitato golden power di Palazzo Chigi per un nuovo confronto sul dossier dello scorporo della Rete fissa. Un sondare le acque in vista dell’assemblea del 23 aprile, che vede Vivendi in posizione critica rispetto alla lista del Cda che propone la conferma di Labriola. Il Mef si è impegnato a entrare nella Netco, una volta scorporata, con una quota del 20%. Ad affiancare il Tesoro anche il fondo F2i che ha raccolto 1 miliardo per rilevare un altro 10%. Tim vende la rete per tagliare il debito, arrivato a 26 miliardi, che continua a bruciare cassa. Kkr ha già l’autorizzazione all’acquisto della Netco ai fini golden power, ma dovrà attendere il parere dell’Antitrust Ue, necessario per il closing, previsto al momento per l’estate. Gestire un’ operazione così complessa come lo scorporo richiede una governance stabile in Tim. E Vivendi, primo socio, è ago della bilancia. Quindi tutti si chiedono cosa farà, se non voterà la lista presentata dal consiglio uscente. Se Vivendi cioè scommetterà su Merlyn TValue. Per ora non si registra nessuna posizione ufficiale dei francesi sul cda, da cui sono usciti nel 2022 in polemica con la decisione del board di cedere la rete senza passare per il voto in assemblea. Scelta che ha portato Vivendi a intentare poi una azione legale al Tribunale di Milano. Questa notte intanto è stata siglata l’ipotesi di accordo sul contratto di solidarietà al 2025 in Tim, sottoscritto da Slc Cgil-Ugl e Fistel Cisl, per cui “questo non significa certamente aver risolto i problemi contingenti di Tim ma aver preso tempo”, con un focus sulle “garanzie occupazionali”. Non ha firmato l’accordo invece la Uilcom per cui “il piano di separazione, le tante voci sulla prossima assemblea degli azionisti, non consentono di potere sottoscrivere accordi in sede aziendale”. Per Uilcom “è il Governo il garante di quello che potrà accadere in Tim a cominciare dal futuro del board”. 

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