La Commissione europea vara RePowerEu
(LaPresse) – L’obiettivo è ridurre di almeno 2/3 la dipendenza dal gas russo entro l’anno. E per farlo la Commissione europea ha lanciato un piano ambizioso basato su tre pilastri: da una parte diversificare le forniture di gas, tramite maggiori importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) e gasdotti di fornitori non russi, aumentando al contempo la componente di biometano e idrogeno rinnovabile; dall’altra ridurre più rapidamente l’uso di combustibili fossili, aumentando l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. RePowerEu è il nome della comunicazione varata dall’esecutivo Ue, che intende appunto ‘ripotenziare’ l’Unione europea garantendole una sicurezza e indipendenza energetica. Insomma, difficile rinunciare a quel 45,3% di quota di gas importato dalla Russia da un momento all’altro, ma l’incongruenza di voler colpire l’economia russa con le sanzioni e al contempo continuare a pagare il gas a Mosca va sanata il prima possibile. Gli Usa hanno annunciato il blocco dell’import del petrolio russo, mentre l’Ue non riesce – e non può – sanzionare l’energia, per il momento. L’idea è quella di accelerare la transizione ecologica applicando fin da subito le misure del pacchetto ‘Fit for 55’ previste per il 2030.
Milioni di pannelli fotovoltaici
“Dobbiamo mettere milioni di pannelli fotovoltaici in più sui tetti delle nostre case, aziende e fattorie. Dobbiamo anche raddoppiare il tasso di installazione delle pompe di calore nei prossimi 5 anni“, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, “entro la fine di quest’anno, quasi il 25% dell’attuale produzione di elettricità in Europa potrebbe provenire dall’energia solare”. C’è poi la questione degli stoccaggi, per prepararsi al prossimo inverno. Su questo la Commissione ha annunciato per aprile la pubblicazione di una direttiva che prevede un livello minimo di stoccaggio sotterraneo del gas del 90% della sua capacità, da raggiungere entro il 1° ottobre di ogni anno.
Tutte le misure concorrono a un unico obiettivo: sostituire il più possibile i 155 miliardi di metri cubi di gas importati dall’Ue nel 2021. Nello specifico il piano della Commissione punta a coprire 100 miliardi di metri cubi già quest’anno: 50 con l’importazione del Gnl su navi, 10 dall’aumento dell’import non russo tramite gasdotti, 20 con l’eolico e il solare e infine 14 da ricavare dal risparmio energetico negli edifici. “Difficile ma fattibile”, ha commentato un membro del think tank Bruegel. “È dura, maledettamente dura. Ma è possibile”, è stato invece il commento del commissario Timmermans.
La Commissione intende intervenire anche sull’effetto del caro-bollette con misure di emergenza che gli Stati membri possono tassare anche prendendo in considerazione un’imposta temporanea sui profitti extra delle imprese energetiche. Non solo: le norme dell’Ue sugli aiuti di Stato – scrive la Commissione – offrono la “possibilità di fornire aiuti a breve termine alle imprese e agli agricoltori colpiti dai prezzi elevati dell’energia e contribuiscono a ridurre la loro esposizione alla volatilità dei prezzi dell’energia nel medio-lungo periodo”.
Tutto il pacchetto energia, assieme alla difesa e all’impatto economico del conflitto, saranno sul tavolo dei capi di Stato e di governo dei 27 nel vertice informale di giovedì e venerdì a Versailles. Un’occasione in cui i leader proveranno a reagire allo shock causato dall’invasione russa provando a mettere le basi per una nuova Europa. Perché “è più che mai urgente compiere passi decisivi per costruire la nostra sovranità, ridurre le nostre dipendenze e progettare un nuovo modello di crescita e investimento”, ha scritto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella lettera di invito al vertice.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata