Mercati travolti da notizia attacco e invasione russa
L’invasione russa della Ucraina provoca scosse sismiche sui mercati.
La situazione di Piazza Affari, dopo una apertura in forte calo, col Ftse Mib che cedeva l’1,91% a 25.458, si è aggravata fino a registrare un crollo del 3,20%, a 25.123 punti.
Non va meglio per il Vecchio continente travolto stamattina dalla notizia dell’attacco da parte di Mosca. Tutti gli indici europei scambiano in forte flessione poco dopo l’avvio degli scambi. Il Cac 40 di Parigi cede il 4,35% a 6.492 punti e il Dax 30 di Francoforte arretra del 4,29% a 14.003 punti. L’Ibex 35 di Madrid perde il 4,99% a 8.069 punti.
Sempre sulla scia delle notizie dalla Ucraina, chiusure in forte calo per tutte le piazze asiatiche dopo il tonfo di Tokyo. L’Hang Seng di Hong Kong crolla del 3,24% a 22.892 punti, il Composite di Shanghai cede l’1,70% a 3.429 punti e il Component di Shenzhen arretra del 2,20%. In forte flessione anche il Kospi di Seoul che perde il 2,60% a 2.648 punti.
Commodities in fibrillazione. Non si ferma la corsa del petrolio, con il Brent che sfonda i 100 dollari, nelle ore dell’attacco della Russia.
Impennata del prezzo del gas europeo sempre in scia all’avvio dell’operazione militare russa in Ucraina. L’escalation di tensioni alimenta le preoccupazioni circa le forniture di gas all’Europa. Il futures TTF di Amsterdam, riferimento per il mercato europeo del gas, è balzato in area 120 euro/MWh e adesso viaggia in area 133 (+27%). Ancora lontani i picchi toccati a dicembre (180 euro/MWh lo scorso 21 dicembre). Putin ha annunciato l’avvio di un’operazione militare in Ucraina, motivandola con la necessità di proteggere il Donbass.
Lo spread tra Btp e Bund stamattina ha aperto in rialzo a 173 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,87%. Per poi assestarsi al momento a 172 punti.
Il risk-off sui mercati dettato dall’escalation militare in Ucraina vede poi forti vendite colpire le principali criptovalute. Il bitcoin è arrivato a segnare oggi -9% circa rispetto a 24 ore prima scivolando sotto il muro dei 35.000 dollari. Peggio ha fatto l’Ethereum arrivato a perdere il 13% in area 2.320 dollari.
Fronte petrolio il prezzo vola con l’attacco di Mosca alla Ucraina. “Eravamo pronti a possibili ed imminenti escalation sul fronte russo-ucraino – Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli, interpellato da LaPresse- e certamente le posizioni di difesa commerciale sono state da giorni attivate. L’attesa dei mercati che hanno portato il Brent a sfondare quota 100 dollari era già analizzato da settimane. Oggi siamo vigili sulle attività dei mercati internazionali che seguono una fase negativa della giornata di ieri e, oggi in continuo su quelle che sono le news a cui assisteremo nel Donbass”. Marsiglia commentando gli impatti sul settore energetico dopo l’invasione della Ucraina da parte della Russia spiega “La delicata fase che sta attraverso in queste settimane l’Oil & Gas – dice Marsiglia a LaPresse – è anche da attribuire ai nuovi Piani Industriali che verranno approvati da parte di grandi aziende italiane del settore legate all’energia nazionale. Sui 100 dollari del greggio, per giudicarlo effettivo, servirà una stabilizzazione della domanda e dell’offerta, punti fondamenti anche per gli investimenti programmati in Africa e Medio Oriente. Siamo tranquilli sulle possibili forniture di gas, forti dei flussi da parte dell’Algeria e della movimentazione internazionale dell’LNG che potrà per qualche periodo essere ‘sostituzione’ delle mancanze dei flussi dalla Russia”. “In merito al possibile potenziamento del gasdotto TAP, definiamo il tutto un’idea di progetto positiva ma che nell’immediata situazione non può essere considerata. Nord Stream 2 anche se sospeso nella fase burocratica, non era tenuto in considerazione oggi per i flussi giornalieri, è da considerare solo nell’ottica di un futuro approvvigionamento europeo”, conclude il presidente di Federpetroli.
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