Milano, 19 ott. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in rialzo supportata dalla buona vena del comparto finanziario che ha controbilanciato la debolezza del settore oil in scia alle forti vendite sul petrolio. La prima parte di seduta è stata caratterizzata dalla raffica di dati macro arrivati dalla Cina. Il Pil del Paese asiatico nel terzo trimestre ha mostrato un progresso del 6,9%, il livello più basso da inizio 2009 ma comunque sopra il consensus Bloomberg che prevedeva una crescita del 6,8 per cento. Il target di crescita del 7% per l’intero 2015 indicato dal governo di Pechino appare quindi a portata di mano. La produzione industriale cinese a settembre è salita del 5,7%, deludendo le attese che erano pari a +6 per cento. La seconda parte della seduta ha invece evidenziato la debolezza di Wall Street che ha risentito soprattutto del tonfo di Morgan Stanley, che sta perdendo circa il 6%, dopo i deludenti risultati del terzo trimestre. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dello 0,37% a 22.419 punti.
Ancora acquisti su Fca (+1,75% a 14,52 euro) e Exor (+2,88% a 45,22 euro) con l’Ipo di Ferrari che è arrivata al rush finale. Oggi è l’ultimo giorno per poter prenotare i titoli della casa di Maranello, mentre domani sarà annunciato il prezzo definitivo con il quale le azioni inizieranno mercoledì a scambiare a Wall Street. La forchetta di prezzo si attesta tra 48 e 52 dollari ma, come riportato oggi da La Repubblica, l’esito positivo del road show potrebbe spingere il Lingotto a fissare il prezzo inziale in area 60 dollari.
Nel comparto bancario gli acquisti hanno premiato in modo particolare Banco Popolare (+1,57% a 14,23 euro), Popolare dell’Emilia Romagna (+1,20% a 7,99 euro), Intesa SanPaolo (+0,73% a 3,28 euro) e Mediobanca (+2,33% a 9,20 euro). Tra i finanziari ben comprata Azimut (+2,72% a 20,35 euro) dopo aver firmato un accordo per acquistare l’intero capitale di Wise Planners attraverso la sua controllata australiana AZ Next Generation Advisory (Az Nga).
Sotto pressione il comparto oil in scia alla debolezza del petrolio con il petrolio Wti che cede circa 2 punti percentuali sotto 46,50 dollari al barile: Tenaris ha ceduto il 2,67% a 12,01 euro, mentre Saipem ha perso il 2,58% a 8,10 euro. Il riassetto di Saipem resta un tema caldo a Piazza Affari in attesa di conoscere le linee guida che verranno approvate entro il 27 ottobre quando sarà presentato il nuovo piano industriale. Anche ‘Il Sole 24 Ore’, dopo ‘Il Messaggero’, ha ipotizzato un’operazione di circa 8 miliardi di euro: rifinanziamento da 4,5 miliardi e aumento di capitale da 3,5 miliardi.
Brillante, infine, Telecom Italia (+3,16% a 1,076 euro) dopo che il cda ha autorizzato i vertici del gruppo tlc ad analizzare la possibile collaborazione con Metroweb per accelerare lo sviluppo degli investimenti della banda ultralarga. “La collaborazione o anche la business combination tra le due società potrebbe offrire buone sinergie industriali, anche se temiamo reazioni negative da Agcom e Antitrust”, hanno scritto gli analisti di Equita.
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