Milano, 23 set. (LaPresse/Finanza.com) – L’ombra dello scandalo sulle emissioni diesel ‘truccate’ di Volkswagen si allarga pericolosamente sopra la testa dell’ad Martin Winterkorn. La casa tedesca ha ammesso che le vetture coinvolte sono 11 milioni in tutto il mondo – più delle 500mila da richiamare negli Usa e delle 10,4 milioni di auto vendute nel 2014 – e ha deciso di accantonare 6,5 miliardi di euro nel terzo trimestre per far fronte alle spese legate al caso, che potrebbe costare nei soli Stati Uniti una multa fino a 18 miliardi di dollari. Il maxi-accantonamento ha costretto il gruppo a lanciare un ‘profit warning’ per il 2015. E i costi, hanno ammesso da Wolfsbrug, potrebbero lievitare per le indagini ancora aperte. In Italia, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti annuncia: “Se scopriremo che anche in Italia sono state vendute auto dotate di un software per ingannare i controlli sulle emissioni sarà inevitabile far scattare il blocco delle vendite“.

IL GOVERNO TEDESCO SAPEVA. L’esecutivo tedesco conosceva da tempo la tecnica usata da Volkswagen per le emissioni ‘truccate’. È quanto sostiene il giornale tedesco Die Welt, secondo il quale a dimostrarlo sarebbe la risposta data dal ministero dei Trasporti a una interrogazione dei Verdi del 28 luglio. In particolare il giornale sottolinea la frase della risposta che recita: “il governo tedesco sostiene l’ulteriore sviluppo del quadro normativo Ue, in particolare con l’obiettivo di ridurre le emissioni reali dei veicoli a motore”.

RISCHIA L’AD DEL GRUPPO. Dalla Germania si rincorrono le voci di un’uscita di Winterkorn entro il board di venerdì, che avrebbe dovuto decidere un rinnovo del suo mandato. Secondo il tedesco Tagesspiegel a rimpiazzare l’a.d. sarebbe il capo dell’unità Porsche, Matthias Mueller. Un portavoce di Vw ha definito “ridicole” le voci, ma intanto primo ministro dello stato tedesco della Bassa Sassonia e membro del cds, Stephan Weil, ha definito “allarmante” il warning sui conti ed “eccezionalmente spiacevole” lo scandalo. L’amministrazione della Bassa Sassonia ha una quota di circa il 20% nel capitale del gruppo tedesco ed è stata decisiva a favore di Winterkorn nel recente duello ai vertici che ha portato all’addio dell’ex presidente Vw, Ferdinand Piech.

LA DIFESA DEL MANAGER. L’a.d. 68enne della casa tedesca, che ha preso il timone nel 2007, ha provato a difendersi con un video postato sul sito del gruppo. Winterkorn si è discolpato sostendo di non avere “tutte le risposte”, ma assicurando che dai vertici arriverà “una spiegazione trasparente e veloce”. La stessa chiesta nel pomeriggio dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, secondo cui occorre “fare chiarezza” e serve “piena trasparenza”. Nel frattempo il ministero dei Trasporti di Berlino ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta sullo scandalo che opererà già in settimana a Wolfsburg, nella sede centrale di Vw. Per il ministro degli Esteri della Germania, Frank-Walter Steinmeier, un chiarimento immediato è necessario per evitare che a pagare per lo scandalo sia “l’insieme degli esportatori tedeschi”.

INCHIESTE IN COREA, FRANCIA, UK E ITALIA. Berlino non è la sola capitale ad accendere un faro. La Corea del Sud ha annunciato verifiche sui modelli diesel di Volkswagen. La Francia e il Regno Unito hanno avviato controlli e chiesto un’indagine “su scala europea” sul rispetto dei limiti sulle emissioni inquinanti. Anche il Ministero dei Trasporti italiano ha espresso “preoccupazione” e ha aperto un’inchiesta. Da parte sua la Commissione Ue ha fatto sapere che Bruxelles ha preso “molto sul serio” lo scandalo, ma ritiene ancora “prematuro trarre conclusioni” in merito. Vigilerà tuttavia sul rispetto delle norme, perché “lo dobbiamo ai consumatori e all’ambiente”. Volkswagen ha messo le mani avanti, dichiarando che i nuovi veicoli con motore diesel EU 6 disponibili nell’Unione europea sono conformi con le norme ambientali.

TRACOLLO IN BORSA. L’intensificarsi della bufera su Vw ha portato la casa tedesca a un nuovo tracollo in Borsa. Il titolo ha perso quasi il 20% del valore nella seduta di oggi, che porta la capitalizzazione di mercato bruciata a circa 25 miliardi di euro in due giorni. Il caso ha scatenato le vendite sul settore, con i ribassi anche di Daimler (-7,02%), Renault (-7,12%), Peugeot (-8,76%) e Fca (-6,21%).

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