Milano, 29 mag. (LaPresse) – Si è concluso più rapidamente delle previsioni il cda di Rcs di questa sera. Approvato da un lato i nuovi termini del rifinanziamento del debito con le banche, il cui tasso medio è sceso al 4,70%, dall’altro lato invece via libera fissato a 380 milioni il tetto minimo dell’aumento di capitale che domani l’assemblea dovrà approvare. Ora bisognerà capire se si raggiungerà o meno il 66% dei voti a favore dell’operazione, necessari per statuto al via libera. Difatti se passasse l’aumento di capitale, alcuni soci che non aderiranno vedranno la loro quota diluirsi. Ad esempio Giuseppe Rotelli, oggi al al 16,7% e domani chissà. Lui è l’ago della bilancia, e con una quota così è ovvio che sposta molto. Giampiero Pesenti ha sciolto la riserva dicendo sì oggi, insieme a lui la Fiat e Intesa Sanpaolo oltre ad altri azionisti con piccole quote, anche se di grande nome.

Contro i Benetton e Diego Della Valle, se a loro si unisse Pesenti tutto si fermerebbe. Sarà un’assemblea anomala, perché non sarà affatto formale, sarà una partita vera, con in ballo però non la vittoria finanziaria, ma il destino di migliaia di persone e del più prestigioso giornale d’Italia. L’unica certezza, come ha ricordato nei giorni scorsi il direttore del Corriere, Ferruccio De Bortoli, “editore cercasi”. L’appello all’unità degli attuali soci, che si legge alla fine della nota post cda diffusa stasera, potrebbe essere una premonizione o l’estremo tentativo di mantenere lo status quo.

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