Pasquale Stanzione, presidente del Garante della Privacy, attacca Sigfrido Ranucci. Il giurista critica in particolare le parole pronunciate dal giornalista Rai durante una conferenza stampa al Parlamento europeo definendole “di una gravità senza precedenti”. Il cronista di inchiesta aveva dichiarato che “qualcuno sta armando il Garante della privacy per punire Report e dare un segnale esemplare a altre trasmissioni”. Ranucci aveva poi chiesto al Garante europeo di verificare l’operato dell’autorità italiana perché “sembra agire come un’emanazione del governo”.
Tali dichiarazioni “insinuano, infatti, che il Garante – autorità indipendente prevista dalla normativa europea, il cui vertice è eletto da entrambi i Rami del Parlamento – operi sulla base di direttive ricevute da terzi, peraltro secondo un indirizzo politico di maggioranza. Si tratta di illazioni gravissime, che confondono la piena indipendenza e terzietà di giudizio del Garante con un’asserita sua soggezione a presunte logiche di Governo”, ha replicato Stanzione. “Nulla di più infondato“. Sono dichiarazioni “totalmente destituite di fondamento e gravemente lesive della propria immagine”, per cui il Garante “nella totalità dei componenti, adotterà ogni iniziativa utile alla tutela della propria dignità istituzionale”.
Cosa aveva detto Ranucci
“Mentre io raccolgo solidarietà politica bipartisan, questa solidarietà in alcuni casi si sta mostrando altamente ipocrita perché da una parte c’è solidarietà ma dall’altra” si sta “armando un’authority come il Garante della privacy per punire Report e dare un segnale”, aveva detto il conduttore del programma di Rai3 partecipando da remoto a una conferenza stampa all’Eurocamera organizzata dall’europarlamentare del Partito democratico Sandro Ruotolo.
Ranucci aveva parlato di un “Garante della privacy che interviene soprattutto per input politici“. “Quello che dico lo dico con cognizione di causa”, aveva dichiarato, aggiungendo che “lo vedremo nelle prossime ore”. “Chiedo che il garante europeo” controlli come sta operando il Garante della privacy italiano, ha detto ancora il giornalista d’inchiesta, aggiungendo che l’authority italiana pare agire come “un’emanazione del governo“.
L’attentato
Solo qualche giorno fa il giornalista è stato vittima di un attentato dinamitardo. Un ordigno è esploso la sera del 16 ottobre, distruggendo due auto di famiglia, davanti alla sua abitazione a Campo Ascolano, frazione del Comune di Pomezia, alle porte di Roma. Circa un chilo di materiale esplosivo è deflagrato causando danni ingenti ma non feriti. Gli investigatori stanno ancora indagando sulle piste principali. “Credo che sia un’opera di qualcuno legato alla criminalità”, aveva detto Ranucci secondo cui non ci sarebbero mandanti politici dietro questo attacco.

