Il giovane operaio agricolo lavorava in nero: fu abbandonato in strada dal suo datore di lavoro dopo essere rimasto gravemente ferito
Si apre oggi a Latina il processo per la morte di Satnam Singh, il bracciante impiegato nei campi senza contratto e abbandonato dal suo datore di lavoro dopo essere rimasto gravemente ferito sul lavoro a Cisterna di Latina.
A processo per omicidio doloso c’è Antonello Lovato, datore di lavoro del 31enne indiano, morto dissanguato il 19 giugno scorso dopo essere rimasto vittima di un incidente sul lavoro nei campi: il suo braccio rimase incastrato in un macchinario agricolo.
I sindacati: “Satnam Singh simbolo del disumano sfruttamento”
“Satnam è per tutti noi un simbolo del disumano sfruttamento cui sono sottoposti ancora oggi molti lavoratori e lavoratrici, soprattutto immigrati. Dai congressi e dalle assemblee che stiamo svolgendo in tutta Italia, dalle piazze, da tutti gli incontri con i lavoratori, emerge una forte richiesta di giustizia e legalità”.
“Siamo vicini alla famiglia di Satnam e a tutta la comunità indiana di Latina, con cui abbiamo manifestato subito dopo la tragedia, vogliamo sia fatta luce su quanto accaduto e sia fatta giustizia nei luoghi deputati a farlo, e nel frattempo crediamo sia l’occasione anche per richiedere un nuovo confronto al tavolo interministeriale anticaporalato, per avere un ritorno sulle misure avviate e sui risultati ottenuti, affinché simili fatti non si ripetano più”, ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota intervenendo oggi a Trento al congresso provinciale della federazione.
“Chiediamo Giustizia per Satnam Singh, e che venga fermato una volta per tutte il caporalato e lo sfruttamento del lavoro che contrastano in modo forte con i nostri valori costituzionali”, ha affermato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, presidio fondamentale della tutela del lavoro e della salute, che si è costituito parte civile nel procedimento penale a carico di Antonello Lovato.
Landini a Latina per il processo: “Non è caso isolato”
“Ci costituiamo e ci siamo costituiti parte civile perché pensiamo che sia importante fare giustizia e soprattutto che si mette in movimento tutto ciò che è necessario perché si cambi il modello di fare impresa e perché è davvero episodi di questa natura non possono più avvenire”, ha dichiarato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini al presidio organizzato dal sindacato davanti al tribunale di Latina.
“Non pensiamo che questo sia semplicemente un caso isolato. Ed è un errore pensare che semplicemente si risolve il problema con questo processo”, aggiunge il sindacalista. “Siamo preoccupati, perché sta ripartendo la stagione e i dati che continuiamo a verificare sulla salute e la sicurezza sono dati negativi e anche i dati che riguardano il caporalato il lavoro nero e lo sfruttamento. Non stiamo vedendo l’inversione di tendenza che sarebbe necessaria. L’impressione però è che col caso di Satnam si sia proprio toccato un limite quasi invalicabile che è il rispetto della vita umana”, ha aggiunto.
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