“Nel momento in cui dovesse fermarsi gli autotrasportatori in un giorno e mezzo tutti i magazzini d’Italia sarebbero vuoti“. Lo racconta a LaPresse Antimo Caturano, autotrasportatore dell’associazione ‘Trasportounito’, mentre era in viaggio, con il suo tir, dal Ministero dei trasporti a Porta Pia verso il palazzetto dell’Eur, per raggiungere il concentramento dei circa 40 mezzi che oggi hanno invaso le strade della capitale per manifestare il disagio della categoria. “Se siamo pronti a bloccare il paese? è un atto estremo, ma se dovessimo andare in quella direzione possiamo essere pronti anche a questo”, afferma Caturano, rivendicando le dimensioni della protesta in corso. “Le richieste? Una norma chiara e semplice, affinché tutti i costi di esercizio dell’autotrasporto siano recuperati”. “Noi non chiediamo soldi al ministero, chiediamo una legge che ci consenta di far rispettare il nostro lavoro”. La situazione è infatti peggiorata molto da quando l’inflazione e il caro carburanti ha colpito il Paese: “Nell’ultimo mese e mezzo il gasolio ha subito un aumento di circa 30 cent”, ricordando che “il gasolio incide sui costi di esercizio circa al 50%”: L’autotrasportatore fa poi un’analisi più politica della loro proposta, rivendicando come “un governo di destra dovrebbe essere più attento alle dinamiche delle imprese”. Caturano sottolinea infatti che, come categoria, “abbiamo sempre sostenuto questo governo, per questo ci stiamo restando male a non essere ascoltati”. “Traditi? In questo momento siamo delusi“, specifica. “Il paese ha tante priorità, ma noi siamo una di queste”. Infine, un passaggio anche sul nuovo codice della strada: “Un professionista che guida per 130-140mila km in un anno ha tutta un’altra percentuale di infrazioni rispetto al cittadino comune”, proponendo quindi, per chi ha delle certificazioni che lo qualifichino come autista, di farlo “viaggiare su canali privilegiati”.
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