Antonio Bellocco è morto dopo essere stato accoltellato da Andrea Beretta, fermato per omicidio
Cosa sia successo nella mattinata di mercoledì davanti alla palestra ‘TestudoBoxe’ di Cernusco sul Naviglio, comune dell’hinterland milanese, è ancora da chiarire nei dettagli. Quello che è certo è che Antonio Bellocco, 36 anni, rampollo di un’importante famiglia di ‘ndrangheta, figlio e nipote di due importanti esponenti del clan di Rosarno, è morto dopo essere stato accoltellato da Andrea Beretta, 49 anni, storico capo ultra dell’Inter, a sua volta ferito con un colpo di pistola.
Tutto farebbe pensare a una lite finita nel peggiore dei modi. I due si conoscevano, tanto che dai social spuntano video e storie che li ritraggono insieme poche ore prima, forse anche a una partita di calcetto la sera prima. Nella mattina di mercoledì Beretta, secondo una prima ricostruzione, è in palestra, Bellocco lo raggiunge e qualcosa fa scattare la scintilla: partono colpi di pistola da una parte e coltellate dall’altra, al collo e all’addome. Per Bellocco non c’è nulla da fare e i soccorritori dichiarano il decesso sul posto. Ferito anche Beretta, colpito da almeno un colpo di pistola tra il fianco e la parte alta della gamba, portato al San Raffaele di Milano dove viene operato nel pomeriggio.
Il legale di Beretta: “Ragionevolmente uno ha sparato e l’altro si è difeso”
Sotto il sole di un caldo pomeriggio di inizio settembre si mette in moto la macchina delle indagini, portate avanti dai carabinieri sotto il coordinamento del pm Paolo Storari. Bocche cucite e massimo riserbo mentre gli uomini del Ris prelevano tutti gli elementi utili, dalle auto (due quelle che verranno portate via, tra cui la Smart Bianca con evidenti tracce di sangue sotto la portiere lato passeggero) alle armi. “Come sono andate le cose non lo sappiamo, erano amici, si conoscevano. Le persone che erano in palestra li hanno visti ridere e scherzare. Sappiamo le cose che mi ha riferito in ospedale: ‘non avevo alternative, mi sono difeso’. È facile ipotizzare cosa sia successo, ma non sappiamo il motivo. Ragionevolmente uno ha sparato e l’altro si è difeso”, ha raccontato ai cronisti Mirko Perlino, legale di Beretta. “I ragazzi che li hanno visti in palestra li hanno visti ridere e scherzare. So che Beretta era già in palestra e Bellocco lo ha raggiunto in un momento successivo”, ha detto ancora Perlino ai cronisti fuori dalla palestra. “‘Mi sono limitato a difendermi’, mi ha detto in ospedale, di certo qualcuno gli ha sparato”, le sue parole prima di raggiungerlo di nuovo al San Raffaele.
Beretta fermato, Bellocco accoltellato alla testa e all’addome
Lì si recano gli inquirenti per interrogarlo ed è lì che viene disposto il fermo dai pm milanesi per omicidio e porto abusivo d’arma per il pericolo di fuga del 49enne che si avvale della facoltà di non rispondere ma che rilascia dichiarazioni spontanee. “Ha raccontato di aver avuto una lite e che era a conoscenza di un gruppo di persone che volevano fargli un agguato motivo per cui da qualche giorno girava armato per potersi difendere”, spiega a LaPresse il legale di Beretta al termine dell’interrogatorio. Nelle dichiarazioni spontanee rilasciate ai pm, Beretta avrebbe raccontato di una lite in macchina tra lui e Bellocco. “A un certo punto Beretta ha detto di avergli mostrato una pistola – con la matricola abrasa – che aveva con sé e di avergliela puntata addosso. Bellocco gliela avrebbe sfilata sparando e colpendolo. A quel punto, il caricatore sarebbe caduto, salvandolo”, prosegue il legale. “Lì Bellocco minaccia Beretta di uccidere lui e la sua famiglia ed è allora che Beretta lo avrebbe colpito con più coltellate, sette o otto, alla testa e all’addome”.
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