Rampollo dell'omonima famiglia 'ndranghetista di Rosarno, si era di recente avvicinato agli ambienti più caldi degli ultras dell'Inter
L’uomo rimasto ucciso nella sparatoria di mercoledì mattina a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, è il 36enne Antonio “Totò” Bellocco. Rampollo di un’importante famiglia di ‘ndrangheta, era figlio e nipote di due importanti esponenti del clan di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria: una delle più potenti e temute famiglie mafiose calabresi a livello globale. Il padre, Giulio Bellocco, è morto a inizio anno nel carcere di Opera, dove si trovava rinchiuso in regime di 41-bis, ma lo stesso Antonio aveva già alle spalle condanne per gravissimi episodi legati alla criminalità organizzata. Residente a Pioltello, nell’hinterland milanese, il 36enne era sposato e lascia un figlio.
Bellocco ultras dell’Inter
Avvicinatosi circa un anno fa agli ambienti del tifo organizzato dell’Inter, Bellocco era divenuto una figura fissa tra gli ultras nerazzurri. Grandissimo amico dell’attuale capo della curva nerazzurra Marco Ferdico, proprio nelle tante fotografie e nelle tante storie pubblicate su Instagram da quest’ultimo, compare come vero protagonista della tifoseria milanese. In una li si vede insieme in chiesa, in occasione del battesimo della figlia di Ferdico. In un altro post, accompagnato dalla frase “los amigos”, si vedono insieme, sorridenti, Bellocco e Beretta. Ad appena 17 ore fa, invece, risale la storia pubblicata da Marco Ferdico, titolata “Fratelli di Milano”, che ritrae anche Bellocco e Berretta insieme a un gruppo di amici in un campo di calcetto. Nel corso degli anni la famiglia Bellocco è riuscita ad infiltrarsi nell’economia legale milanese, fino a mettere le mani sulla “Blue Call”, colosso dei callcenter. Per questi fatti, arrestato da incensurato, Bellocco era stato condannato a 14 anni di reclusione con il rito abbreviato.
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