Il fondatore di Greenpeace è stato arrestato per essere andato all'arrembaggio di una baleniera in Giappone: rischia 15 anni di reclusione

Presidio delle associazioni ambientaliste tra cui Europa Verde, Verdi insieme, Gaia onlus, Animali e ambiente, davanti al consolato di Danimarca di Milano per chiedere la liberazione dell’attivista canadese, Paul Watson, tra i fondatori di Greenpeace e di Sea Shepherd, arrestato dalla polizia danese il 21 luglio scorso a seguito di un mandato di cattura internazionale emesso dal Giappone, con l’accusa di essere andato all’arrembaggio di una baleniera che stava cacciando nel santuario delle balene dell’Antartico. L’attivista, che durante le azioni contro i cacciatori di cetacei del Sol Levante ha salvato più di 5000 balene dagli arpioni e da morte certa, è detenuto in un carcere in Groenlandia e ora rischia l’estradizione e una pena di 15 anni di reclusione. “Il Giappone ha interesse a sterminare le balene in quanto afferma che mangiando pesce si contenderebbero il prodotto ittico con le flotte industriali e commerciali”, spiega Stefano Apuzzo, portavoce di Gaia Onlus. “Paul Watson ha fatto sempre assalti pacifici, frapponendosi tra gli arpioni delle baleniere e la vita dei cetacei”, ha proseguito Apuzzo: “La Danimarca ora dovrà decidere se consegnare Watson al Giappone dove rischia 15 anni di galera ma avendone già compiuti 73 equivarrebbe a una condanna a vita”.

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