Il Pontefice: "Non ho paura della società sessualizzata"

“È evidente che oggi il tema dell’omosessualità è molto forte, e la sensibilità a questo proposito cambia a seconda delle circostanze storiche. Ma quello che a me non piace affatto, in generale, è che si guardi al cosiddetto ‘peccato della carne’ con la lente d’ingrandimento, così come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento. Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava, e invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola (…). Per accompagnare spiritualmente e pastoralmente le persone ci vuole molta sensibilità e creatività. Ma tutti, tutti, tutti, sono chiamati a vivere nella Chiesa: non dimenticatelo mai. Prendo spunto dalla tua domanda e voglio aggiungere un’altra cosa che invece riguarda le persone transessuali”. Così Papa Francesco in un colloquio, pubblicato da La Civiltà Cattolica e in parte riportato su ‘La Repubblica’. “Alle udienze generali del mercoledì partecipa una suora di Charles de Foucauld, suor Geneviève, che ha ottant’anni e (…) lavora molto anche con ragazze che sono transgender. E un giorno mi ha detto: ‘Le posso portare all’udienza?’. ‘Certo!’ (…). La prima volta che sono venute, piangevano. Una di queste donne mi ha detto: ‘Non pensavo che il Papa potesse ricevermi!’. Poi, dopo la prima sorpresa, hanno preso l’abitudine di venire. Qualcuna mi scrive, e io le rispondo via mail. Tutti sono invitati! Mi sono reso conto che queste persone si sentono rifiutate, ed è davvero dura”, ha concluso il Papa.

Bergoglio: “Non ho paura della società sessualizzata”

“Io non ho paura della società sessualizzata, no; mi fa paura come ci rapportiamo con essa, questo sì. Ho paura dei criteri mondani. Preferisco usare il termine ‘mondani’, piuttosto che ‘sessualizzati’, perché il termine abbraccia tutto. Per esempio, la smania di promuoversi. L’ansia di risaltare o, come diciamo in Argentina, di ‘arrampicarsi’. E pensare che chi si arrampica finisce per farsi male da solo. Mia nonna, che era una vecchia saggia, un giorno ci disse: ‘Nella vita bisogna progredire’, comprare un terreno, i mattoni, la casa… Parole chiare, venivano dall’esperienza dell’emigrante, anche papà era un immigrato. ‘Ma non confondete il progredire’, aggiungeva la nonna, ‘con l’arrampicarsi’. Infatti, chi si arrampica sale, sale, sale e, invece di avere una casa, di mettere su un’impresa, di lavorare o farsi una posizione, quando è in alto l’unica cosa che mostra è il sedere” ha aggiunta Francesco.

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