Il Papa, Zuppi e Parolin: tutti chiedono che tragedie simili non si ripetano

Continuano senza sosta le ricerche dei corpi nelle acque e sulla spiaggia della strage di Cutro, a Crotone, con mezzi aerei, navali, nucleo di sommozzatori, droni e con il personale di presidio a terra della Guardia Costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile regionale. Il triste bilancio si attesta ufficialmente a 71 vittime secondo la prefettura mentre all’appello mancano ancora, secondo alcune stime, tra i 30 e i 50 dispersi. Le vittime identificate sono 64 e per alcune di loro è in atto l’iter per l’espatrio delle salme. Dietro i numeri dei dispersi si nasconde il dolore di chi è rimasto in vita e lo strazio delle famiglie di chi non ce l’ha fatta. I familiari delle vittime saranno assistiti gratuitamente da un pool di legali, composto dagli avvocati Luigi Li Gotti, Mitja Gialuz, Vincenzo Cardone e Francesco Verri. Vorrebbero “capire cosa sia successo” – dice l’avvocato Li Gotti a LaPresse- perché “c’è un buco di sei ore che deve essere coperto” e “che ci lascia perplessi”.

Prosegue anche l’inchiesta giudiziaria che si delinea su un asse Crotone-Roma

La procura della Capitale ha infatti aperto un fascicolo in seguito all’esposto depositato la scorsa settimana dalla senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi e dai deputati Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Il fascicolo è al momento senza indagati né ipotesi di reato. L’ufficio capitolino sta valutando il documento e l’eventuale invio alla Procura di Crotone. Quest’ultima ha infatti aperto due inchieste su quanto accaduto: una sui presunti scafisti (ad ora sono 3 i fermati i cui arresti sono stati convalidati, di cui uno 17enne, mentre si cerca un quarto presunto scafista che è irreperibile) e un’altra per verificare se ci siano stati ritardi da parte delle autorità italiane nel rispondere al barcone di migranti. I sopravvissuti dovranno essere ascoltati in tribunale.

Gli appelli della Chiesa

Dopo l’appello di ieri di Papa Francesco per “fermare gli scafisti” per impedire ancora che “le limpide acque del Mediterraneo” siano “insanguinate da simili tragedie” il cardinale Pietro Parolin ribadisce come “siamo tutti d’accordo” sulle parole del Pontefice e ritiene necessario fermare “chi specula e guadagna sopra il fenomeno del traffico degli esseri umani” per “porre uno stop a coloro che guadagnano sulla vita umana”. Il monito del Papa viene accolto anche dal monsignor Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo della diocesi di Crotone-Santa Severina che sottolinea a LaPresse come il Pontefice ha voluto ricordare che “che la tragedia dei migranti ha delle cause ben precise, che possono essere rintracciate andando alla radice dei fenomeni. Parlando di ‘trafficanti’ il Papa ci mette di fronte alla consapevolezza che l’umanità che giunge sulle nostre coste è prima costretta a scappare da persecuzioni di ogni genere e poi utilizzata come merce da organizzazioni criminali che ne traggono profitto. A volte c’è una continuità tra questi soggetti: tra chi crea la necessità della migrazione e chi la sfrutta”. Dal Papa arriva ancora il messaggio di rinnovare l’impegno all’accoglienza e alla solidarietà per promuovere “la pace e la fraternità tra i popoli”. I migranti devono essere considerati come “un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra culture e religioni”.

Invito, che “è l’unico messaggio possibile”, dice il Cardinale Matteo Zuppi. “Chi non ha casa, va accolto. Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza”. Per il presidente della Cei “non ci sono alternative” perché il diritto ad emigrare “era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro, significa non volere il futuro”.

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