Nella seconda giornata ospiti il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, il capo della Polizia Lamberto Giannini e il presidente di Leonardo Luciano Carta

Giuseppe Conte, ospite nella seconda giornata del Salone della Giustizia di Roma, ha parlato della proposta di legge della Lega di alzare il tetto al contante a 10mila euro. “Stanno facendo un favore agli spalloni, quelli che con le valigette vanno oltralpe e portano le nostre risorse nelle banche oltre confine. Grazie al governo Draghi hanno abolito il cashback e completano la riforma contro le misure che avevamo introdotto per rendere i pagamenti tracciabili. Ritorniamo alle mazzette in nero e alle valigette in nero, come all’epoca di ‘mani pulite’. Daremo la stura all’economia sommersa”, le parole del leader M5S intervistato dalla direttrice di LaPresse, Alessia Lautone. 

Alla seconda giornata dell’evento, che andrà avanti fino al 27 ottobre, hanno partecipato anche il capo della Polizia Lamberto Giannini e il presidente di Leonardo, Luciano Carta. Il primo ha commentato gli scontri di ieri all’università Sapienza affermando: “Sarà necessario nei prossimi mesi gestire l’ordine pubblico con oculatezza e credo sia importante fare opera di mediazione”. Giannini ha anche spiegato che andrà nelle questure di tutta Italia “per avere il polso della situazione” e concluso: “Le manifestazioni e le proteste vanno garantite ma bisogna evitare turbative all’ordine pubblico”.

Carta, invece, ha chiesto di “consolidare e migliorare sempre più l’assetto di intelligence economica nazionale” grazie al quale “industrie strategiche (tra cui Leonardo, Eni, Enel, Fincantieri, etc) possano, attraverso una struttura o figura ‘ad hoc’, mettere a sistema, in un tavolo sinergico con il decisore politico, il ciclo delle informazioni utili al perseguimento degli interessi nazionali e alla sicurezza dell’economia e delle imprese nazionali”. E aggiunto: “La Francia è un Paese europeo ed europeista ma, come dimostra il caso Fincantieri, rivendica il suo diritto di tutelare con forza e orgoglio gli interessi strategici del Paese senza che nessuno lo accusi di sovranismo. Anche noi quindi abbiamo il diritto di difendere le nostre eccellenze, il nostro Made in Italy e i nostri asset strategici: non è sovranismo ma tutela degli interessi nazionali“. 

I vertici di tutte le magistrature; leader della politica e del sindacato; i rappresentanti delle forze dell’ordine, dell’industria, della diplomazia, della società civile e dell’informazione. E’ il parterre de rois presente alla tredicesima edizione del Salone della Giustizia. Tre giornate di convegni, interviste faccia a faccia e dibattiti che si alterneranno negli studi televisivi del Tecnopolo Tiburtino di Roma, a partire dal 25 ottobre. “Una nuova forma di comunicazione istituzionale” fu la definizione data alla prima edizione del Salone dall’allora presidente Giorgio Napolitano. 

Il presidente della Corte dei Conti

“Credo che sia arrivato il momento di chiudere una stagione iniziata all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso e che ha portato la magistratura ad occupare spazi non suoi, con inevitabili deviazioni dal fine ultimo della giustizia e con un abbassamento del livello delle garanzie. Occorre recuperare e riaffermare la cultura delle garanzie, e dobbiamo essere soprattutto noi magistrati a farlo se vogliamo rendere una giustizia in cui il cittadino abbia piena fiducia”. Lo ha detto Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei conti e presidente della sezione giurisdizionale del Lazio, intervenendo al Salone della Giustizia, in corso a Roma. “Oggi la giustizia, sia la giustizia penale, sia la giustizia civile, la giustizia amministrativa e tributaria, e la giustizia contabile devono mettere al servizio delle istituzioni, delle imprese, delle famiglie e, in generale, del cittadino per agevolare il rilancio dell’economia e aiutare il Paese ad uscire da una crisi che è sicuramente la più grave dal dopoguerra”, ha proseguito Miele.

 

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