Per questo fu respinto l'appello della procura di Brindisi per il ripristino della custodia cautelare per il regista canadese premio Oscar

“Con riferimento alle lesioni contestate, si è evidenziato con chiarezza che non fossero presenti sulla donna segni di rapporti sessuali violenti”. Così il tribunale del Riesame di Lecce presieduto da Carlo Cazzella (relatore Annalisa de Benedictis), lo scorso 29 luglio, ha respinto l’appello del pm della procura di Brindisi per chiedere il ripristino della custodia domiciliare per il regista canadese premio Oscar, Paul Haggis, accusato di violenza sessuale dopo la denuncia di una 28enne straniera, e rimesso in libertà dal gip del tribunale di Brindisi.

Quanto alla “reazione acuta da stress in evento traumatico, l’approfondimento tecnico offerto dalla difesa”, affidata all’avvocato Michele Laforgia, “pone in discussione la diagnosi formulata dai sanitari dell’ospedale di Ostuni (Brindisi), che ha evidentemente risentito del racconto offerto dalla donna ritenuta vittima di violenza sessuale”. Quanto, poi, alla pendenza giudiziaria a carico del regista presso la Corte dello Stato di New York, secondo il Riesame “correttamente la difesa ha evidenziato l’inutilizzabilità processuale (per modalità di acquisizione) della documentazione prodotta dal legale della denunciante”. Nel giudizio civile, è stato chiesto un “risarcimento di 9 milioni di dollari a causa di un rapporto sessuale, assertitamente non consenziente, consumato quattro anni prima della richiesta”.

Secondo i giudici, “come correttamente osservato dal gip, la documentazione non offre significatività al rischio di reiterazione, in quanto ha natura meramente civilistica, in assenza di una verifica anche solo investigativa sulla fondatezza delle accuse e dell’assenza di intento calunnioso”, conclude il Riesame.

Non può acriticamente ritenersi che la posizione e la deposizione della donna sia scevra da intenti speculativi”. E’ un ulteriore passaggio delle motivazioni con cui il tribunale del Riesame di Lecce, presieduto da Carlo Cazzella (relatore Annalisa de Benedictis), lo scorso 29 luglio, ha respinto l’appello del pm della procura di Brindisi per chiedere il ripristino della custodia domiciliare per il regista canadese premio Oscar, Paul Haggis, accusato di violenza sessuale dopo la denuncia di una 28enne straniera, e rimesso in libertà dal gip del tribunale di Brindisi.”Al contrario, le numerose incongruenze e contraddizioni unitamente alla manifestata non indifferenza alla ricaduta economica della vicenda non possono che far fortemente dubitare della genuinità della persona offesa”, sostiene il Riesame che precisa che, al netto di una valutazione morale, “la situazione che si evidenza dalla lettura degli atti è il tentativo di un approccio da parte della donna nei confronti del regista, personaggio noto e verosimilmente economicamente solido che accoglie l’iniziativa della donna solo per una esperienza di conoscenza sessuale che gestisce probabilmente con modalità spicciole e poco rispettose, tanto da deludere le aspettative di ben altra natura della partner”. Congruenze che “gettano pesanti ombre sull’attendibilità della donna compromettendo notevolmente il requisito della gravità indiziaria”.Secondo il tribunale del Riesame, che ha letto i messaggi tra la donna e alcune amiche, la denunciante è “una donna di cultura (per grado di istruzione, conoscenza di lingue straniere), e avvezza alla socialità anche in contesti territorialmente allargati”. “Frequenta eventi di rilievo internazionale, quale il festival del cinema, partecipa a feste in Costa Azzurra e non ha alcuna difficoltà, neanche economica, a spostarsi da Montecarlo a Ostuni per vivere esperienze diverse”.Per il Riesame, “la sua personalità è sintonica con le modalità di approccio ad Haggis”: “Presente sulla piattaforma social Instagram con un duplice pseudonimo, richiama l’attenzione del regista mediante in tag all’atto della pubblicazione di una foto scattata con lui a Montecarlo, in occasione di un incontro a un festival del cinema italiano”. “Dopo molte ore dalla notifica del tag, Haggis risponde con l’emoticon di un sorriso che la donna commenta con un cuore”.

“Successivamente – scrive ancora il Riesame – la donna propone al regista che definisce il più grande story writer di tutti i tempi, di incontrarla per un tè a Londra o in Puglia. In assenza di risposta di Haggis, la donna gli invia le foto delle sue vacanze nel sud Francia e successivamente gli propone di raggiungerlo a Roma o all’Allora Fest di Ostuni, definendosi sua Musa Mauriziana e inviando altre foto, senza ricevere risposta”.”Haggis – prosegue il Riesame – risponde di non poterla invitare al festival perché completamente sold out, ma che poteva raggiungerlo per un rapido viaggio in Puglia. La risposta della donna non si fa attendere: ‘Sarebbe un vero piacere e onore venire a trovarti! Penso che sia una splendida idea! Potremmo avere un bellissimo scambio, significative chiacchierate e divertimento che mi appaiono grandiosi. Cosa ne penseresti da domenica tardo pomeriggio fino a martedì? Dove ti trovi in Puglia? Potrei prendere in aereo da Nizza a Bari”, stando al messaggio ricavato da Instagram il 9 giugno scorso.”La lettura della interlocuzione rivela con chiarezza un corteggiamento che la donna rivolge al regista al fine di incontrarlo e passare alcuni giorni in sua compagnia, probabilmente per instaurare una relazione personale, più che professionale. Ne è conferma il fatto che la donna decide di condividere la medesima camera e dunque lo stesso letto con il suo ospite”, scrivono i giudici del tribunale del Riesame precisando che “Haggis le rappresenta che l’hotel non ha disponibilità di stanze ulteriori, ma rimette la scelta” alla donna con cui, dopo il rapporto sessuale, è andato a pranzo “in un clima disteso e sereno, tanto da baciarsi in pubblico”. Secondo il Riesame “è abbastanza inverosimile, o quanto meno singolare, che la donna appena rimasta vittima di una violenza sessuale, non solo sia rimasta in compagnia del suo aggressore, ben potendosene allontanare, ma sia addirittura andata a pranzo con lui e sia rientrata con lui in hotel” e “avuto riguardo alle intense interlocuzioni che intrattiene con i suoi amici, non si comprende come mai non senza il bisogno di confidarsi con qualcuno”.Quanto, poi, allo stato di prostrazione rilevato da una operatrice dell’aeroporto di Brindisi che ha aiutato la donna incoraggiandola a sporgere denuncia, il Riesame ha evidenziato “l’assenza di un adeguato tempo di riposo unito ai postumi di assunzione di sostanze alcoliche” che hanno “certamente contribuito a far apparire la donna confusa e disorientata”.

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