Le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi contenute in una lettera recapitata al sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci e lette sul palco della commemorazione delle 43 vittime: "Lo Stato deve fare tutto il possibile perché tragedie simili non avvengano mai più"

Una corona di rose bianche e rosse, al centro il numero 43, come le 43 vittime del crollo, i nomi che scorrono nel video proiettato all’inizio della celebrazione. E poi il silenzio rotto solo dal suono delle sirene delle navi in porto, puntuali alle 11:36, che risuonano in tutta la città, con le sirene dei mezzi di soccorso e le campane delle chiese di tutta Genova. Quattro anni dopo il crollo del ponte Morandi Genova si è raccolta ancora una volta nella Radura della Memoria per le celebrazioni in memoria delle 43 vite spezzate, portate via in una tragedia che il tempo non ha minimamente scalfito nella memoria di una città.
Una Genova che cambia, che ha tentato di ricucire le ferite, ma che “non vuole dimenticare – come ha spiegato il sindaco Marco Bucci, allora e oggi alla guida della città – vogliamo che questa tragedia sia un monito per tutti affinché queste cose non si ripetano più, affinché ci possa essere una società che protegge i suoi cittadini. Il 14 agosto Genova avrà questa data scolpita nella pietra”.
Nelle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’impegno e la vicinanza alla città, la stessa che mostrò nelle ore della tragedia e dopo, ai funerali di Stato: “Una ferita che non si può rimarginare – ha detto nel suo messaggio – una sofferenza che non conosce oblio, una solidarietà che non viene meno. Un dramma che segna la vita della Repubblica e per il quale la magistratura sta doverosamente accertando le responsabilità”.

Genova, prima udienza del processo per il crollo del ponte Morandi - Foto di repertorio
Il processo per il crollo del ponte Morandi è iniziato il 7 luglio – Foto di repertorio

È Bucci a leggere sul palco della commemorazione anche il messaggio del presidente del Consiglio, Mario Draghi: “Lo Stato – scrive il premier – deve fare tutto il possibile perché tragedie simili non avvengano mai più; dobbiamo garantire la sicurezza delle nostre infrastrutture, tutelare la vita di tutti i cittadini: ne va della credibilità dell’Italia e delle nostre istituzioni”.
Il cielo è diverso oggi da quel giorno del 2018, com’è diverso lo skyline del quartiere di Certosa e di Genova intera, ma quella pioggia forte, il temporale di quattro anni fa, quel boato che non era un tuono ma era il caos assordante di un crollo, sono rimasti negli occhi di tutti, genovesi e non, ex residenti sfollati di via Porro e via Fillak, autorità, i soccorritori, i familiari delle vittime che hanno appena visto aprirsi il processo sulle responsabilità del disastro.
Prima nella chiesa di San Bartolomeo della Certosa, per la messa officiata dall’arcivescovo Marco Tasca, poi alla cerimonia ufficiale un’unica necessità espressa in tutti gli interventi della mattinata, da quello del governatore ligure Giovanni Toti a quello del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, arrivare a una verità e a una giustizia per Genova e per chi ha perso la vita quel 14 agosto che non sarà mai più, sotto la Lanterna, un giorno come un altro.
“A forza di osservare minuti di silenzio, abbiamo messo insieme anni di vergogna – ha detto la portavoce del Comitato in Ricordo delle vittime, Egle Possetti – facciamo luce e apriamo le finestre su questo Paese. La responsabilità morale è chiara, il processo andrà a certificare anche quali siano le responsabilità penali personali. Ma noi pensiamo che la via dell’annullamento contrattuale o della gestione controllata fino alla fine del processo sarebbero state le uniche vie degne di essere percorse”.

Intanto mentre si attende la ripresa del processo a settembre, la città si prepara alla costruzione del Memoriale che sorgerà proprio accanto alla Radura della Memoria, all’interno del più ampio progetto parco del Polcevera, entrambi studiati dall’architetto Stefano Boeri. La gara per la costruzione dovrebbe partire entro settembre. “Confermo il massimo impegno del governo – ha sottolineato anche il ministro Enrico Giovannini – a lavorare insieme all’amministrazione per consentire nei prossimi mesi l’avvio dei lavori necessari”.

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