Iniziativa che coinvolge il reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli, le associazioni IAD Bambini Ancora, Sedimedia e le tante famiglie milanesi

(LaPresse) “Non importa chi si accoglie, l’importante è accogliere”. E’ questo lo spirito che anima la rete spontanea di solidarietà che sta coinvolgendo da settimane il reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli, le associazioni IAD Bambini Ancora, Sedimedia e le tante famiglie milanesi e lombarde che hanno aperto le porte delle loro case per accogliere famiglie ucraine in fuga dalla guerra. Lo sa bene Raissa che grazie a questo aiuto è riuscita a trovare un tetto per sua figlia e i suoi due nipotini fuggiti dagli orrori della guerra. Orrori che, come spiega il primario di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli Luca Bernardo, resteranno per sempre impressi delle menti di questi bambini: “Dobbiamo fare di tutto con i nostri specialisti per dare una mano a questi ragazzi a superare i disturbi post traumatici che la guerra gli ha provocato”. I telefoni dei volontari squillano incessantemente tra le richieste di chi ha bisogno di aiuto e chi offre un tetto alle famiglie in fuga. “Sono già un’ottantina le famiglie che gestiamo direttamente e altrettante che abbiamo inserito attraverso altre associazioni Il nostro obiettivo è partire il 30 di marzo verso il confine con la Polonia e portare in Italia altri cento bambini”, spiega Marta Ferrari di Sedicimedia.

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