In manette il padre 70enne della donna che la vittima frequentava, incastrato dalle tracce di polvere da sparo rinvenute sui vestiti

(LaPresse) E’ stata la vita privata la chiave di svolta nelle indagini sull’omicidio del maresciallo dei carabinieri Silvano Nestola, ucciso la sera del 3 maggio scorso a Copertino, in provincia di Lecce. In manette Michele Aportone, 70 anni, padre della donna che il maresciallo in congedo aveva iniziato a frequentare dopo la separazione dalla moglie. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la relazione tra i due era stata osteggiata dai genitori della donna: i due coniugi, infatti, accusavano Nestola di essere responsabile del divorzio della figlia. Sono state le tracce di polvere da sparo rinvenute sui vestiti a incastrare Aportone, oltre all’analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza.

Contestati premeditazione e futili motivi

Due le aggravanti contestate nel provvedimento di custodia cautelare in carcere eseguito stamattina a carico del 70enne di San Donaci (Brindisi), Michele Aportone, per l’omicidio del 46enne, avvenuto mentre la vittima usciva dalla villetta della sorella dove aveva cenato con il figlio di 11 anni, unico testimone oculare.

Nel provvedimento – di cui LaPresse ha preso visione – sono contestati la premeditazione e i futili motivi, legati al fatto che Aportone non approvava la relazione tra l’ex maresciallo dei carabinieri e sua figlia, 36 anni. Nestola venne raggiunto da 4 colpi di fucile calibro 12, caricato a pallettoni, al fianco destro, all’addome e alla spalla che determinarono la lacerazione dell’aorta con morte immediata. Ebbe appena il tempo spingere indietro il figlio che rimase illeso. Stando alla ricostruzione dei carabinieri, il 70enne si sarebbe appostato tra la vegetazione all’esterno della villetta.

Arrestato comprò Gps per seguire figlia

“Fra gli episodi ritenuti significativi emersi nel corso delle indagini, c’è quello relativo all’attivazione da parte dei coniugi Aportone/Manieri di un Gps posizionato sull’auto della figlia per monitorarne gli spostamenti. Questo rende l’idea dell’ossessione che coniugi nutrivano nei confronti della figlia”. Lo dicono i carabinieri di Lecce con riferimento al movente dell’omicidio dell’ex maresciallo dei carabinieri, Silvano Nestola, ucciso a colpi di fucile la sera del 3 maggio scorso, alla periferia di Copertino (Lecce), dopo aver cenato a casa della sorella, assieme al figlio di 11 anni, unico testimone oculare. La moglie di Aportone, Rossella Manieri, 62, è indagata a piede libero. I coniugi erano contrari alla relazione tra la figlia e Nestola.

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