L'ultimo caso in provincia di Modena

La morte di Carla Gorzanelli, 89enne di Sassuolo (provincia di Modena) sbranata ieri da due cani, riporta alla memoria altri casi in cui sono avvenute tragedie simili. Basta limitarsi agli ultimi anni per trovare numerosi esempi in cui alcune delle circa 70mila aggressioni canine che si registrano ogni anno in Italia (fonte rapporto Codacons del 2017) hanno avuto esiti mortali. Proprio qualche mese fa, il 26 agosto, a perdere la vita fu Simona Cavallaro, ventenne aggredita da una decina di cani di grossa taglia a Satriano, in provincia di Catanzaro, dove si trovava in gita con amici. Pochi giorni prima, il 24 agosto, fu invece Lorenza Pioletti, 64enne di Pieve Vergonte, nel verbano, a morire sbranata da uno staffordshire bull terrier di sua proprietà, che aveva aggredito in passato anche il fratello. Più fortunato il bambino di 10 anni azzannato lo scorso 15 settembre da un rottweiler a Trapani, poi dimesso con 20 giorni di prognosi e solo alcuni punti di sutura qualche giorno dopo. O nel caso di Igli Tare, ex giocatore e attuale direttore sportivo della Lazio, ferito lo scorso febbraio da un pitbull nei pressi della sua abitazione all’Olgiata, a Roma. Il 18 dicembre 2020 aveva perso la vita Mariangela Zaffino, 74 anni, sbranata dai cinque pastori cecoslovacchi della figlia nella sua casa di Grugliasco in provincia di Torino.L’11 dicembre 2019 a morire fu invece Massimo Sertori, 49enne imprenditore residente a Pozzonovo, nella bassa padovana, aggredito e ucciso dai due rottweiler di proprietà della compagna.Quasi due mesi prima, il 26 ottobre 2019, Giovanni Camasso veniva aggredito da due pitbull mentre percorreva in bicicletta – in cerca di verdure – le campagne intorno a San Ferdinando di Puglia, provincia di Barletta-Andria-Trani. Morirà qualche giorno dopo, il 31 ottobre. Il giorno prima dell’aggressione a Camasso, il 25 ottobre 2019, aveva perso la vita invece Avellino Corazza, 74enne di Brugnera (Pordenone), sbranato dai due Amstaff di proprietà della cognata. Sempre nel 2019, il 24 marzo, a perdere la vita fu Gianluca Romagnoli, ucciso alla Borghesiana (Roma), dal suo stesso cane, un Corso di tre anni. Nel settembre 2018, a Fondi, provincia di Latina, fu invece uno psichiatra di sessant’anni, Giovanni Marcone, a morire dopo essere stato aggredito da un pastore tedesco mentre era in giro con un amico. Tra le vittime ci sono anche i bambini. A Tricase lo scorso 12 aprile 2020, un neonato di 8 mesi morì sbranato da un Corso. Il 16 agosto 2016, un bimbo di 18 mesi perse la vita, sbranato da uno dei due dogo argentini di proprietà del padre, in una villa di Mascalucia, provincia di Catania. Ancora prima, nel giugno 2013, un piccolo di soli 17 mesi fu ucciso dai pastori tedeschi di proprietà dello zio a Siena. Ma a perdere la vita a volte sono gli stessi addestratori dei cani: come avvenuto il 20 novembre 2017 a un 26enne di Chivasso, Davide Lobue, sbranato dal bull terrier di un amico.

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