Il 13 settembre il taglio di 15 metri di fune per l'analisi
Non ci sono ancora certezze ma iniziano a delinearsi le prime date: la fune che si è spezzata il 23 maggio alla funivia del Mottarone sarà tagliata il 13 settembre mentre la cabina precipitata potrebbe essere rimossa, per l’analisi, entro il 15 ottobre. Lo hanno deciso i periti nominati dal gip Elena Ceriotti insieme ai consulenti delle parti e ai legali presenti nell’incontro che si è tenuto al tribunale di Verbania, nell’abito dell’incidente probatorio per la strage che ha provocato la morte di 14 persone. Tra alcuni legali delle parti si percepisce un po’ di stupore: c’era chi sperava in tempi più rapidi. Da parte della procura trapela invece soddisfazione per le tempistiche, “considerata la complessità degli interventi”. Il primo sopralluogo dei periti è stato il 3 agosto, nonostante il tempo avverso in vetta al Mottarone, mentre l’incidente probatorio si è aperto il 22 luglio.
Il 13 settembre saranno i vigili del fuoco a tagliare circa 15 metri della fune per poi portarla via: “Verrà accertato il perché si è spezzata. Anche se il problema di fondo è sempre lo stesso: le funi si possono spezzare e per quello la normativa prevede che ci siano dei freni – ha spiegato all’uscita dal tribunale l’avvocato dei vertici di Leitner, l’azienda che si occupava della manutenzione, Paolo Corti – I freni purtroppo erano stati manomessi e quindi, da lì, questo disastro”. L’avvocato ha parlato di “manomissione maledetta” dei freni: ma su questo ormai ci sono pochi dubbi. Uno degli indagati, Gabriele Tadini, che si trova ai domiciliari, ha ammesso pochi giorni dopo la tragedia di aver lasciato inseriti i forchettoni che inibiscono i freni di emergenza. Sulle ragioni per le quali la fune si è spezzata, invece, non ci sono ancora certezze.

Il provvedimento disciplinare
Mentre procede l’indagine, che vede 12 persone e due società indagate, e che porterà il 16 dicembre i periti a riferire in aula sui risultati dell’incidente probatorio, non mancano però gli intoppi in tribunale. Il presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, e la gip Donatella Banci Buonamici sono oggetto di un’azione disciplinare comunicata dalla procura generale della Cassazione. La gip aveva deciso a fine maggio la scarcerazione dei primi tre indagati per la strage. Poco dopo era stata rimossa dall’incarico, con un provvedimento che ha fatto scalpore, e ora al suo posto la titolare del fascicolo è la gip Elena Ceriotti. L’accusa sarebbe quella di essersi occupata di un fascicolo che non le spettava. “Noi abbiamo depositato immediatamente una memoria di 30 pagine, nella quale spieghiamo tutto e chiariamo che la dottoressa Banci Buonamici non ha nulla da nascondere. Ci auguriamo che si proceda all’archiviazione” ha spiegato a LaPresse il legale di Banci Buonamici, Davide Steccanella. Sul caso è intervenuto il Csm, la Camera Penale di Verbania era invece entrata in stato di agitazione e aveva chiesto al Ministero di inviare gli ispettori al tribunale. L’azione disciplinare nei confronti di Banci potrebbe però essere solo un atto dovuto.
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