La situazione più critica a Catania

Bruciano i boschi sui monti attorno alla conca d’oro di Palermo, brucia la Sicilia Orientale con 70 incendi nelle province di Catania, Siracusa, Enna Ragusa e bruciano altri quindici polmoni verdi nelle provincie di Palermo e Trapani. In totale in Sicilia oggi sono state oltre 110 le richieste di intervento per incendi. La quasi totalità di origine dolosa. Non per autocombustione dunque (che non esiste in natura) ma per mano di piromani che aspettano le condizioni climatiche più favorevoli a scatenare l’inferno di fiamme e fumo. “I piromani meriterebbero il carcere a vita” ha tuonato il presidente della Regione Nello Musumeci.

 

A Catania la situazione più grave

La situazione più grave si è registrata nel pomeriggio a Catania e provincia. Oltre settanta richieste di intervento per incendi. Oltre 30 a Catania città, dove “la situazione più delicata – dicono dall’ufficio comunicazione dei Vigili del Fuoco – è in contrada Fossa della Creta e via Palermo”. Qui sono impegnati vari mezzi e diverse squadre di vigili del fuoco che nel pomeriggio hanno evacuato diverse famiglie per il fronte delle fiamme arrivato a poche decine di metri dalla loro abitazioni. Sono 15 i casi segnalati tra Paternò, Ragalna e Biancavilla. 14 gli interventi nel Calatino, dove c’è stato anche un anziano ustionato. Sei infine tra Acireale e Giarre. Rinforzi ai vigili del fuoco di Vatania stanno arrivando dai comandi provinciali della Sicilia. Per alcune ore è stato chiuso l’aeroporto della città etnea. 

Le temperature che fiorano i 40 gradi e lo scirocco hanno scatenato i piromani a Portella della Ginestra, Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato dove un vasto incendio ha messo in pericolo 50 scout che si erano accampati sul lago di Piana degli Albanesi e un centinaio di residenti che si sono visti il fronte del fuoco a poche decine di metri dalle camere da letto.

Tracce di liquido infiammabile

Dagli accertamenti preliminari dei vigili del fuoco e del nucleo antincendio della forestale regionale in tutti in roghi nel palermitano c’è la mano dell’uomo. Tracce e contenitori di liquido infiammabile o focolai che si sviluppano alla stessa ora in quattro, cinque punti dello stesso monte non lasciano dubbi sulla matrice dolosa degli incendi. Oggi oltre alla zona di Piana degli Albanesi a farne le spese sono stati anche le zone boschive nei comuni di Caccamo, Valledolmo, Borgetto, Palazzo Adriano, Prizzi, Monreale, Bagheria, Partinico, Casteldaccia. Le fiamme hanno interessato anche le zone agricole accanto all’autostrada Palermo-Mazara del Vallo e Palermo tra via Belgio e Tommaso Natale. Da ventiquattro ore la cenere degli incendi sta cadendo sulla città di Palermo.

Per l’ingegnere Ennio Aquilino che da pochi giorni si è insediato ufficialmente alla guida della direzione regionale dei vigili del fuoco siciliani, è stata una prima settimana da bollino rosso, con la zona occidentale della Sicilia colpita da almeno una ventina di grossi incendi. “Non c’è che dire è stato un caloroso benvenuto – commenta il nuovo direttore regionale Aquilino – Ho smesso a di credere ai piromani malati da decenni, dietro questi incendi ci sono molto spesso interessi. Noi non possiamo fa altro che intervenire il più efficacemente possibile e per questo abbiamo potenziato tutte le strutture operative provinciali”.

Oltre alle centinaia di uomini impegnati a terra da ieri continuano senza sosta i lanci d’acqua di due canadair e di un elicottero della forestale sugli incendi del Palermitano. Stanno bene e hanno dormito nel palazzetto dello sport di Piana degli Albanesi i 50 scout salvati dalle fiamme da vigili del fuoco e forestali mentre erano in sosta nell’area attrezzata del lago di Piana degli Albanesi. Nessuno di loro ha dovuto ricorrere a cure mediche. Nella giornata di oggi rientreranno alla base.

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