In aula, oltre agli imputati, presente Rosa Maria Esilio, vedova del brigadiere: tra le mani stringe la foto del marito, come ha fatto in ogni udienza del processo

C’è attesa, a Roma, per la sentenza del processo per l’omicidio del brigadiere Mario Cerciello Rega. La pm Maria Sabina Calabretta chiede l’ergastolo per i due responsabili, gli americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth, con un mese di isolamento diurno. Alla sentenza della prima Corte d’Assise di Roma, presieduta da Marina Finiti, si arriva dopo 40 udienze, ed è attesa tra stasera e domani, nell’aula bunker di Rebibbia.

In aula, oltre agli imputati, è sempre presente Rosa Maria Esilio, vedova del brigadiere ucciso il 26 luglio del 2019. Veste di nero e tra le mani stringe la foto del marito, come ha fatto in ogni udienza del processo. “Gravi sono i fatti e grave l’ingiustizia che è stata commessa ai danni di un carabiniere, un lavoratore e un uomo buono”, ha sottolineato nella requisitoria del 6 marzo scorso la pm, che ha coordinato il procedimento con il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia.

La procura ha ricostruito nei dettagli la notte dell’omicidio: arrivati sul luogo dell’appuntamento, dato da Elder e Hjorth per la riconsegna dello zaino rubato a Sergio Brugiatelli, Cerciello e il collega Andrea Varriale “si sono avvicinati ai due americani, frontalmente, non alle spalle. Si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio”, ha detto la pm. Quella di Elder e Hjorth non fu legittima difesa, come asseriscono le difese, sostiene il magistrato: “Entrambi sono andati all’incontro preparandosi, erano pronti a tutto, anche allo scontro fisico, per raggiungere l’obiettivo dell’estorsione, che si erano prefissati”. Elder ha attaccato Cerciello “in modo violento, micidiale, sproporzionato” . E “poco avrebbe potuto fare per difendersi, anche se fosse stato armato, e non lo era – ha detto la pm nella requisitoria -. La volontà era unicamente quella di uccidere”. Inoltre, su tutto quello che è successo quella notte, “il contributo di Natale Hjorth è stato importante”: è stato lui a organizzare l’estorsione, ha intimato a Brugiatelli di presentarsi all’appuntamento da solo, e ha visto il coltello con lama di 18 centimetri che Elder ha portato all’appuntamento fissato per la riconsegna dello zaino rubato.

L’omicidio risale alla notte del 26 luglio 2019: dopo un tentato acquisto di droga, non andato a buon fine, i due ventenni americani rubarono lo zaino di Brugiatelli, l’uomo incontrato in strada, a Trastevere, che aveva indicato loro il pusher. Brugiatelli chiese aiuto al 112, e Cerciello e Varriale intervennero all’appuntamento fissato da Elder e Hjorth, che avevano chiesto a Brugiatelli 100 euro e della cocaina, per restituire il maltolto. Quando i militari cercarono di bloccare i due americani, Elder reagì colpendo Cerciello con 11 coltellate prima di darsi alla fuga con l’amico.
La mattina dopo, i carabinieri fermarono i due americani, che avevano dormito in una camera dell’albergo Le Meridien, poco distante dal luogo dell’omicidio. Erano pronti a lasciare l’Italia e avevano nascosto in un controsoffitto il coltello, con lama da 18 centimetri, usato nell’agguato, che Elder aveva portato dagli Stati Uniti.

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