L'ultimo saluto a mamma Bianca e a papà Natale, il 21 giugno 1977. Di Mauro Romano si sono perse le tracce da quel pomeriggio, a Racale, in provincia di Lecce. Aveva 6 anni

L’ultimo saluto a mamma Bianca e a papà Natale, il 21 giugno 1977, prima che andassero a Salerno per un funerale. Di Mauro Romano si sono perse le tracce da quel pomeriggio, nel cortile di un’abitazione a Racale, in provincia di Lecce. Aveva 6 anni. Non è mai stato trovato. Oggi ne avrebbe 50, stessa età che si ritiene abbia un uomo che vive a Dubai e appartiene a una delle famiglie più ricche degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed Al Habtoor: secondo la mamma di Mauro, lo sceicco ha le stesse cicatrici di suo figlio.

“Voglio sapere se è lui, chiedo l’esame del Dna. Provo a lanciare un appello direttamente allo sceicco arabo: confrontiamo il Dna. Se non è lui, chiedo scusa e non disturbo più”, dice a LaPresse la donna, 76 anni. La sua casa a Racale racconta la storia di una famiglia che non ha mai di smesso cercare Mauro. “Quando ho visto la foto sul giornale, mi hanno colpito gli occhi e mi è partita una cosa dallo stomaco: ho sentito che era Mauro. Poi, le cicatrici: sulla mano destra e sul sopracciglio sinistro. Lo vedo che si brucia la mano con il ferro da stiro e che cade dalla bicicletta”, racconta.

“Nel 2008 la mamma vede una foto su una rivista”, spiega a LaPresse l’avvocato della famiglia Romano, Antonio La Scala. “C’è un uomo accanto all’attrice Manuela Arcuri e nell’articolo c’è scritto che è uno sceicco. Da qui è partito tutto. Non più tardi di due mesi fa, abbiamo fatto richiesta del Dna, ma senza esito. Lunedì chiederò all’ambasciata italiana un incontro tra la mamma di Mauro e lo sceicco: l’istinto materno, parlerà da solo”, prosegue il legale.

“La donna ha scritto al prefetto Rino Monaco, all’epoca commissario per le persone scomparse, per chiedere contatto con il console italiano negli Emirati e il console ha risposto dicendo di essere riuscito a parlare con il padre dell’uomo ritratto in foto che però non sapeva nulla della storia di Mauro”, spiega La Scala.

Mamma Bianca ha scritto anche al padre dello sceicco: “Risulta che sia stata invitata a Dubai, ma l’incontro non c’è stato perché i contatti si sono interrotti. Il fratello maggiore, Antonio Romano racconta di essere riuscito ad avere il numero personale dello sceicco: “Al telefono non gli dissi il motivo, solo che era una cosa molto importante: parlò in italiano e mi diede appuntamento a Roma, ma non si presentò. Dopo ore, a quel numero rispose una persona che mi disse di non tornare”. Nel 2012, dopo un nuovo contatto telefonico, appuntamento a Dubai: “Ricordo che disse: ‘ Ti aspetto’. A Dubai non si fece trovare. Quando richiamai, mi rispose una persona in francese dicendo che l’incontro non ci sarebbe stato. Prima di partire lasciai alla reception una scatola di cioccolatini per lui. Era un presente. Mauro non l’ho mai dimenticato”.

Nella lunga inchiesta della procura di Lecce ci sono anche le dichiarazioni di 2 uomini residenti nella zona, condannati per associazione mafiosa: Vito Paolo Troise ricorda che a prendere il bambino fu un uomo chiamato ‘lo zio’, stessa indicazione da Angelo Vacca. Lo zio è identificato in Vincenzo Romanelli, 80 anni, al quale a luglio 2020 viene notificato l’avviso di conclusione indagine per sequestro del piccolo. “Era chiamato così perché vicino alla famiglia Romano, poiché frequentavano la comunità dei testimoni di Geova”, spiega La Scala. “Risulta che questo zio invitò Mauro a salire su un mezzo agricolo e lo portò in un trullo a Taviano (Lecce, ndr): prima lo fece giocare, poi il bimbo venne consegnato a due persone”. A chi? Nei pressi del trullo venne trovato un batuffolo con sostanza narcotizzante. “Qualcuno deve aver portato via il bambino. Solo il Dna potrà dirci se si tratti o meno dello sceicco“, conclude.

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