Aveva 97 anni: decana degli ambientalisti, grazie al suo impegno è stata salvata un'importante parte del paesaggio del Belpaese
Sì è spenta a Milano, all'età di 97 anni, Giulia Maria Crespi. Impendritrice, editrice e ambientalista convinta, fu la fondatrice del FAI, il Fondo Ambiente Italiano.
Nata a Merate (oggi in provincia di Lecco) nel 1923 in una delle più importanti famiglie industriali lombarde – cotonieri e cugini dei proprietari della fabbrica di Crespi d'Adda – vedova del conte Marco Paravicini e di Guglielmo Mozzoni, nei primi Anni Sessanta entrò nella proprietà del 'Corriere della Sera'. Tra il 1973 e il 1974 l'uscita dal quotidiano, con la cessione di alcune quote della proprietà prima a Gianni Agnelli e Angelo Moratti, e poi la liquidazione della parte restante all'editore Andrea Rizzoli e la conseguente uscita dal CdA.
"Il Fai soffre per la scomparsa della fondatrice Giulia Maria Crespi. Rassicurata dallo sviluppo della Fondazione in tema di beni gestiti, paesaggio e patrimonio, si era riservata la delega per l’Ambiente, preoccupata per la salute della natura e dell’uomo. Il Fai ha tradotto le sue indicazioni in pratiche virtuose nei Beni e nell’educazione al costume della sostenibilità e sempre avvertirà ai suoi fianchi questo suo ultimo sprone". Sono le parole di cordoglio del Fondo per l'Ambiente Italiano.
Dopo aver fondato il Fai nel 1975 con Renato Bazzoni, segretario generale fino al 1996, "ne è stata fino all’ultimo l’anima ispiratrice pur essendo stata affiancata, prima come presidente fino al 2009 e poi come presidente onoraria fino a oggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione, come, dal 1985, Marco Magnifico oggi vicepresidente esecutivo, da Ilaria Borletti Buitoni presidente dal 2010 al 2013, da Angelo Maramai direttore generale dal 2009 e infine da Andrea Carandini, presidente dal 2013, oltreché da una struttura operativa e di volontariato che ha ormai raggiunto, per dimensioni e professionalità, il livello di una grande impresa culturale no-profit nazionale".
"La scomparsa di Giulia Maria Crespi, fondatrice e presidente onoraria del Fai, Fondo Ambiente Italiano – scrive l'associazione – segna un momento cruciale nella storia della Fondazione, e vena di infinita tristezza l’animo del consiglio di amministrazione, del Comitato dei Garanti, della struttura operativa e delle Delegazioni del Fai che a lei con unanime riconoscenza dedicano il più commosso tributo. La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il Fai è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire. Le idee, le emozioni, lo stile e i fatti che hanno segnato la lunga e operosa vita di Giulia Maria Crespi sono contenuti nella sua autobiografia Il mio filo rosso pubblicata da Einaudi nel 2015".
"Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali 'chi ha avuto molto, deve dare molto', frase che – sottolinea il Fai – Giulia Maria amava ripetere, conosceva, apprezzava e stimolava, da sempre praticandolo in prima persona, il ruolo che il volontariato svolge nella Società civile, sostenendo e incoraggiando l’importante azione che le Delegazioni del Fai hanno svolto e svolgono, a fianco della struttura operativa, per la maturazione e la crescita della Fondazione. Pur essendo di carattere forte e imperativo Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi".
"Una creatività inesauribile – ricorda ancora il Fai – una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà – tanto più stimolanti quanto ardue – e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente".
"La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’Uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola della Zelata sulle rive del Ticino (è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica) e la passione per la tutela dell’Ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la Storia – conclude il Fai – sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita".
Sala: Sua lezione non vada perduta
"La scomparsa di Giulia Maria Crespi priva Milano di uno dei punti di riferimento più precisi e consapevoli della sua recente vicenda storica. Giulia Maria, a cui mi legava un rapporto di schietta amicizia, è stata una lucida esponente di quella imprenditoria cui la nostra terra deve molto del suo sviluppo e della sua capacità di confronto con l'Europa. Ma la sua vita è connotata dall'intuizione da cui è scaturita la sua creatura più preziosa, il Fai – Fondo Ambiente Italiano. Giulia Maria Crespi ha dedicato gran parte della sua vita, fino agli ultimi giorni della sua esistenza, a organizzare, curare e far crescere la partecipazione di migliaia e migliaia di italiani, dai grandi imprenditori al più semplice dei cittadini, a favore del recupero e della manutenzione del patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese. Il Fai, grazie a lei, è un modello per tutto il mondo di quella cura che il nostro Paese merita. Deve essere nostro impegno fare in modo che la sua lezione non vada perduta". Lo scrive su Facebook il sindaco di Milano, Beppe Sala.
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